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Ilva, Wwf Taranto: “Deludente l’incontro con Ronchi. La cittadinanza viene esclusa”

TARANTO Lunedì scorso il sub commissario dell’Ilva Edo Ronchi ha incontrato le delegazioni di Wwf, Legambiente e Greenpeace. Riceviamo e pubblichiamo il resoconto di Fabio Millarte, presidente del Wwf Taranto.

Durante l’incontro con il sub commissario Ronchi è  emersa chiaramente la necessità della struttura commissariale di avere le mani libere per attuare il Piano di Tutela Ambientale e Sanitaria, ma anche se  auspichiamo che il processo di bonifica vada avanti, non riteniamo che l’uso continuo del decreto legge sia la strada maestra per imporre un progetto che non sappiamo se sarà attuabile. Molti sono i profili del Piano che ci lasciano dubbiosi. Per primo si elude la partecipazione della città alle scelte sul futuro, scelta che secondo il Wwf Taranto paga poco in termini di trasparenza e ascolto della città, a meno che non si abbia per nulla in considerazione il valore dell’essere cittadino nell’Italia del 2013.

Il giudizio sull’incontro è alquanto deludente. Ci sono punti non chiari. Innanzitutto, il nodo delle sperimentazioni sul prodotto semi-lavorato, da utilizzare a riempimento della produzione nel convertitore. Dato che è agli albori, non siamo sicuri se questo nuovo accorgimento, introdotto nel ciclo produttivo, sia effettivamente risolutivo. Per l’abbattimento dell’inquinamento in modo consistente, oltre al fermo momentaneo delle batterie e all’integrazione con un milione di tonnellate annue, prodotte in modo pulito, crediamo che siano necessari interventi drastici sul ciclo produttivo.

La quantità attualmente prodotta è ancora molto bassa. La sperimentazione è soltanto un’idea. Se a sperimentazione finita, tra 3 anni, il progetto fallisce, cosa ci aspetta? Siamo sicuri che gli impianti siano in grado di produrre il 70% con il materiale pre-lavorato che promette un forte abbattimento dell’inquinamento, ma di cui non si riesce a quantificare la diminuzione di inquinanti? Secondo gli studi dell’acciaieria di Duisburg, è possibile, ma a quale prezzo? E con quali livelli di controllo? Ed è noto che i controlli sono stati sempre blandi.

Un altro profilo da rivedere è quello che riguarda la tutela effettiva della salute. A parte il tentativo di abbattere l’incidenza dell’inquinamento con la sperimentazione, quali sono gli interventi reali che si propongono? A nostro avviso gli interventi sulla popolazione sono blandi e non si prefiggono come obbiettivo la qualità della vita e la prevenzione della salute. In conclusione, il piano rimanda tutto a novembre, quando sarà pronto il Piano industriale, e rimane nebuloso e poco chiaro, dall’inizio alla fine, offrendo alla struttura commissariale poteri enormi, tra cui la possibilità di modificare l’AIA in modo unilaterale, e affidando l’approvazione al Ministero, senza prevedere un iter partecipativo di tutti gli stakeholder.

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