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Ilva, resta l’obbligo di dimora per i Riva – Scambio di informazioni tra le Procure di Taranto e Milano

TARANTO – Resta l’obbligo di dimora per Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell’Ilva, e Luigi Capogrosso, ex direttore del siderurgico. Lo ha deciso il Tribunale di Taranto, nelle vesti di giudice di appello, che ha respinto il ricorso con cui veniva chiesta la revoca del provvedimento disposto dal gip Patrizia Todisco lo scorso 26 luglio. In quella data (scadenza dei termini), i due Riva, padre e figlio, e Capogrosso sono tornati liberi lasciando gli arresti domiciliari ai quali erano sottoposti da un anno.

Il giudice delle indagini preliminari aveva disposto la revoca degli arresti e contestualmente applicato nei confronti dei tre indagati l’obbligo di dimora e verso Emilio Riva e Capogrosso anche il divieto di espatrio. I tre indagati furono arrestati, insieme ad altre cinque persone, il 26 luglio del 2012 nell’ambito della prima tranche dell’inchiesta sull’Ilva con l’accusa di disastro ambientale.

Intanto, i magistrati di Taranto e Milano stanno dando vita ad un vero e proprio scambio di informazioni. Ieri mattina, nella sede della procura della Repubblica di Taranto, si è svolta una riunione a cui hanno partecipato i magistrati del pool tarantino e il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco con il sostituto Stefano Civardi, titolari dell’inchiesta sul sequestro dei patrimoni che, secondo la tesi dell’accusa, sarebbero stati portati all’estero dai vertici del Siderurgico.

”Nell’ambito di indagini che sono collegate tra loro e nella normale collaborazione tra gli uffici giudiziari – ha detto all’Ansa  il procuratore Franco Sebastio – abbiamo deciso di incontrarci per uno scambio di notizie e di documentazione che può  risultare utile”. ”Questa riunione – ha precisato – era già  in programma da molto tempo visto che entrambe le procure stanno svolgendo accertamenti di natura patrimomiale”. Con il procuratore Sebastio c’erano il procuratore aggiunto Pietro Argentino, i sostituti Remo Epifani, Giovanna Cannarile e Mariano Buccoliero, l’amministratore e curatore giudiziario Mario Tagarelli e gli ufficiali della Guardia di finanza che stanno ancora eseguendo il sequestro per equivalente da 8,1 miliardi di euro firmato dal gip Patrizia Todisco alla fine di maggio.

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