Le inchieste della Magistratura stanno facendo luce sulla rete di collusioni che per anni ha garantito il silenzio e la mancata azione degli organi preposti al controllo. Proprio quando ci si aspetterebbe una presa di posizione netta da parte delle istituzioni, affinché nessuno si senta più libero di conferire rifiuti in un luogo senza esserne autorizzato, accade l’ennesima beffa. Il decreto che rischia oggi di diventare legge, è solo l’ultimo scritto per difendere gli interessi della produzione ignorando il disastro ambientale e sanitario del quale sono vittime i tarantini e la loro città. Le alchimie dell’Ilva per risparmiare nel conferimento dei rifiuti non possono continuare a ricadere sulla pelle di chi vive sul territorio ionico.
I “cittadini fuori dal comune” non sono più disposti a tollerare uno Stato al servizio dei poteri forti e chiedono al Consiglio Comunale di Taranto di rompere ogni indugio e avere il coraggio di battersi in difesa di questa terra. Inoltre, pretendono di conoscere cosa c’è in quella discarica attraverso la caratterizzazione del sito. La voce contro questa ennesima vergogna “ad ilvam”, deve essere unanime e senza colore politico affinché non diventi legge e venga annullato il decreto ministeriale 101. Il vostro silenzio su questa vicenda vi renderebbe complici.
NOTA STAMPA
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