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Ilva e inquinamento acustico, il sindaco Stefàno (come sempre) rassicura

TARANTO – La rumorosità dei cannoni spargi-acque utilizzati dall’Ilva per abbattere le polveri inquinanti nei parchi minerali continua ad essere di stretta attualità. Ieri mattina, il comitato “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti”, nel corso di un intervento nell’aula consiliare di Palazzo di Città, è tornato a denunciare il problema e la latitanza delle istituzioni. Oggi, è arrivata la replica del sindaco Ezio Stefàno (assente nella seduta di ieri). Nel far notare che è già stato interessato il commissario straordinario Enrico Bondi, ha spiegato che dall’Arpa provinciale “si è ottenuta l’installazione di appositi rilevatori acustici” nel quartiere Tamburi, “nonché l’impegno dell’Ilva a predisporre opere di insonorizzazione tese al contenimento delle emissioni acustiche”.

Fin qui le parole rassicuranti del sindaco. Intanto, Arpa Puglia sta predisponendo il piano per il monitoraggio acustico – sia diurno che notturno – che come anticipato da InchiostroVerde si svilupperà nella prima metà di settembre.  Sulla vicenda ha voluto intervenire  Bernardo Carcano, amministratore della società Acovent Srl, che produce le ventole utilizzate nei “cannoni spargi-acque” dell’Ilva, il quale si è sentito tirato in causa negli articoli pubblicati nel nostro sito.  Per correttezza, abbiamo pensato di ascoltare anche il suo punto di vista.

«Un mese fa ho mandato due tecnici per fare delle rilevazioni mentre erano in funzione i tre cannoni più vicini al quartiere Tamburi – ci ha riferito – durante il pomeriggio, tra le 14 e le 16.30, i tecnici si sono posizionati nella zona del cimitero e in altri due punti del quartiere. Il valore massimo oscillava tra i 54 e il 60 dBA”. L’amministratore dell’Acovent si dice pronto ad inviare i dettagli tecnici delle rilevazioni. A questo punto, risulta estremamente importante l’esito del monitoraggio di Arpa Puglia per avere un quadro definito. Tra l’altro, ci permettiamo un piccolo appunto: il Comune di Taranto non ha provveduto alla zonizzazione acustica del territorio, quindi per i limiti si dovrà fare riferimento alla normativa nazionale.

Infine, ci sembra giusto evidenziare un altro particolare emerso dalla conversazione con l’amministratore dell’Acovent. Come abbiamo sempre spiegato su questo sito è inappropriato definire questi cannoni “Fog Cannon” (cosa che avviene proprio nella documentazione inerente l’Autorizzazione Integrata Ambientale). Il dispositivo brevettato per l’abbattimento delle polveri volatili denominato con marchio registrato ‘Fog Cannon’  è di esclusiva proprietà della società Hi Tech International che ne ha concesso la commercializzazione in via esclusiva in tutto il mondo alla società Ecology. E’ lo stesso Carcano a non usare il termine “Fog cannon” nei confronti dei dispositivi utilizzati in Ilva e forniti dalla Semat del gruppo Trombini.

Alessandra Congedo per InchiostroVerde

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