“Il decreto – aggiungono gli esponenti di Legambiente – avrà come conseguenza un ulteriore intollerabile allungamento dei tempi di attuazione delle prescrizioni imposte dall’AIA, l’eliminazione della figura del Garante e il depotenziamento della Valutazione del Danno Sanitario. Grazie al decreto se la valutazione del danno sanitario desse esiti catastrofici, non comporterebbe un riesame automatico dell’Aia che può essere richiesto dalla Regione, ma può essere negato dal Governo.
Nello stesso decreto si prevede che la valutazione del danno sanitario debba essere conforme ai criteri metodologici – molto meno protettivi della salute pubblica rispetto a quelli utilizzati da ARPA Puglia in base alla legge regionale – stabiliti da un decreto interministeriale ancora all’esame della Corte dei Conti. Ora non resta che attendere il Piano che dovrà essere redatto dal Comitato dei tre esperti e, a seguire, il Piano Industriale, che risultano a questo punto decisivi per capire se è ancora possibile sperare in un ammodernamento impiantistico radicale del polo siderurgico tarantino, unica strada per tutelare l’ambiente e la salute, oltre che l’occupazione”.
Comunicato stampa di Legambiente
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