“E’ vero – scrive Esposito con riferimento ai contenuti del decreto legge ora al Senato dopo il si’ della Camera – che il piano deve prevedere le azioni e i tempi necessari per garantire il rispetto delle prescrizioni di legge e dell’Aia, ma ciò non conduce alla conseguenza della caducazione allo stato dei provvedimenti interdittivi e sanzionatori adottati in relazione a violazioni commesse ed accertate prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni”. Inoltre, dice il Garante dell’Aia, le norme prevedono che il commissario dell’Ilva”fino all’approvazione del piano industriale”, anch’esso contemplato dal decreto legge 61, “garantisce comunque la progressiva adozione delle misure dell’Autorizzazione integrata ambientale” (Agi).
LA NOTA DI MARESCOTTI (PEACELINK): “E’ grave lo scontro – di cui abbiamo appreso da pochissimo – fra il Commissario dell’Ilva Enrico Bondi e il Garante dell’ILVA Vitaliano Esposito. L’argomento del contendere è la validità della diffida ministeriale per la quale l’Ilva viene riconosciuta inadempiente rispetto alle prescrizioni dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e quindi passibile di sanzioni. Bondi ha scritto il 17 luglio al Garante per dichiarare – alla luce del decreto 61/2013 in via di conversione in legge – sostanzialmente non più valida tale Diffida Ministeriale per inosservanza delle prescrizioni autorizzative. e prescrizioni e le tempistiche indicate nella diffida per inosservanza sarebbero quindi per Bondi un ricordo del passato, mentre per il Garante dell’AIA sono ancora in vigore. E il garante poco fa ha messo in chiaro – con una lettera pubblicata sul suo sito – che la diffida pende ancora sull’azienda.
Vedere http://www.isprambiente.gov.it/it/garante_aia_ilva/aia-e-controlli/notaGarante972013del18luglio2013.pdf
Inutile dire che il Garante dell’AIA ha perfettamente ragione. Pertanto sosteniamo il Garante dell’AIA Ilva che ha dimostrato rigore e imparzialità. E condanniamo questo tentativo di usare come una clava il nuovo decreto 61/2013 per demolire l’AIA e metterne fuori gioco le sanzioni. Dichiarare questa AIA ormai un soprammobile è indice dei come ormai stia procedendo l’ìntera vicenda, violando lo stesso spirito della sentenza della Corte Costituzionale che aveva messo al centro le attuali (seppur blande) prescrizioni autorizzative a garanzia del diritto alla salute. Stiamo traducendo il rapporto del Garante dell’AIA e domani sarà sul tavolo della Commissione Europea in modo che l’Europa proceda ad acquisire tutta la documentazione su questa storia incredibile e sgradevole in cui il Garante viene messo nell’angolo. E’ gravissimo che i parlamentari vogliano abolire il Garante che rimane l’unico riferimento di imparzialità e giustizia. Questo è il testo della diffida ministeriale:
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