Bondi forse dimentica le ragioni per cui è stato nominato nel ruolo che attualmente ricopre? Se così stanno le cose, vorremmo ricordargli che il commissario non è il rappresentante della proprietà dell’Ilva, ma un funzionario pubblico la cui gestione dell’azienda – come riconosce lo stesso decreto – deve ispirarsi a principi di “pubblica utilità”. Il suo compito preciso cioè non è di far risparmiare qualche milione ai Riva, ma di realizzare il prima possibile tutte quelle innovazioni necessarie ad abbattere l’impatto ambientale dello stabilimento. Bondi non è in grado di interpretare questo ruolo perché troppo legato alla sua precedente funzione di Amministratore Delegato dell’Ilva, quindi deve trarne le conseguenze rassegnando le dimissioni.
Avendo già denunciato questa incompatibilità di fondo, il circolo “Peppino Impastato” di Rifondazione Comunista coglie l’occasione per chiedere al Consiglio Comunale di Taranto – quale organo rappresentante la comunità offesa dalle parole dell’attuale commissario – di esprimersi attraverso un ordine del giorno che chieda al governo la sostituzione di Enrico Bondi con una personalità più adeguata a svolgere il ruolo tanto delicato che il decreto 61/2013 gli ha riconosciuto.
Circolo PRC “Peppino Impastato” – Taranto
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