A. Congedo
CHIAZZA IN MARE – Marescotti (Peacelink) denuncia anche uno sversamento in mare che avrebbe interessato il canale A dell’Eni. “Si vede materiale grigiastro semiraffinato in acqua – scrive l’ambientalista – aria irrespirabile per le imbarcazioni che si avvicinano, Capitaneria di porto mobilitata. I tubi andati in pressione per il black out hanno liberato liquido che sta inquinando l’acqua del mare”.
SVERSAMENTO CIRCOSCRITTO – Lo sversamento di idrocarburi è stato circoscritto e posto sotto controllo dagli uomini della Capitaneria di Porto e dagli operatori della Ecotaras. Il fenomeno ha avuto un’estensione di 80 metri lineari sotto costa con una ampiezza verso largo di 10 metri. Il moto ondoso spingendo sotto costa ha contenuto la chiazza. Una giornata pesante sul fronte Eni che si conclude, almeno, con questa buona notizia.
Ma c’è poco da consolarsi, quando una città è costantemente sotto assedio e le istituzioni latitano. Un rappresentante istituzionale ha – comunque – detto la sua. Intervistato da un’emittente locale, su quanto accaduto nella Raffineria, l’assessore comunale all’Ambiente Vincenzo Baio ha nuovamente rassicurato la popolazione: «Ho avuto tranquillità e sicurezza sia da Eni che da Arpa…». L’assessore, però, si è detto preoccupato per i cambiamenti climatici (peccato che abbia definito “tsunami” la violenta tromba d’aria che colpì Taranto e Statte a fine novembre 2012). Lasciamo ai lettori ogni commento.
A. Congedo
COSA DICE ENI – “Ci sono minime tracce di idrocarburi nell’area di contenimento predisposta nella costa antistante la centrale Eni di Taranto”. L’azienda spiega che a causa di un blocco della corrente elettrica, legata alle avverse condizioni meteorologiche, si sono verificate minime fuoriuscite di idrocarburi legate all’effetto di ‘trascinamento’ (ovvero il blocco improvviso degli impianti), che stanno causando il cosiddetto fenomeno di iridescenza sulla superficie del mare.
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