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Ilva, è “battaglia” sul decreto

TARANTO – E’ iniziato come previsto ieri, alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, l’esame delle proposte di modifiche del decreto 61 del 4 giugno sull’Ilva. Gli emendamenti presentati al testo predisposto dal governo sono 150. Il 38% sono stati presentati dal Movimento 5 Stelle. L’obiettivo era terminare l’esame del testo entro ieri, ma la discussione terminerà soltanto quest’oggi. Stando alle prime indiscrezioni, è stato deciso di innalzare l’aumento da 200 a 1.000 il numero di lavoratori dell’impresa (compresi quelli in cassa integrazione) per la quale si dispone il commissariamento e che essa “gestisca almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale”.

Come infatti si ricorderà, sia il Pdl che Confindustria si erano schierate contro il numero troppo esiguo di lavoratori assunti perché un’azienda rischiasse di essere commissariata una volta rilevate le inadempienze in temi ambientali. Poi, è stato deciso che il commissariamento può essere disposto “nei confronti dell’impresa ovvero, previa offerta di idonee garanzie patrimoniali o finanziarie, nei confronti dello specifico ramo d’azienda o stabilimento” dopo aver accertato “l’inosservanza delle prescrizioni contenute nell’AIA”.

Stante il ritardo dell’Ilva su diverse prescrizioni, staremo a vedere quale sarà l’offerta di idonee garanzie patrimoniali o finanziarie che il commissario straordinario Enrico Bondi presenterà al governo, visto e considerato che l’Ilva Spa non dispone di ingenti risorse finanziarie né di chissà quale patrimonio, tale da giustificare questa specie di baratto legislativo. Un altro aspetto fondamentale del decreto, su cui però ci sono ancora in ballo alcuni emendamenti che potrebbero modificarne l’assetto, riguarda il Piano del comitato dei tre esperti di nomina ministeriale, che secondo il decreto 61 può modificare l’AIA: l’obiettivo pare essere quello di consentire una modifica “limitatamente alla modulazione dei tempi di attuazione delle relative prescrizioni”.

Peccato che tale eventualità sia già prevista nella stessa AIA rilasciata dall’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini, come dimostra l’ok dato a suo tempo alla “modifica non sostanziale” delle prescrizione inerente la copertura dei 90 km di nastri trasportatori, posticipata ad ottobre 2015 a fronte di lavori che sarebbero dovuti terminare lo scorso gennaio. Il vero dramma è che c’è chi ha proposto il coinvolgimento della “Regione competente” nell’iter di approvazione del Piano ambientale che sarà redatto dai tre esperti.

Inoltre, preoccupazione genera la dichiarazione di inammissibilità dell’emendamento relativo alla deroga al Patto di stabilità interno della Regione Puglia per le spese finalizzate all’attuazione degli interventi del protocollo d’intesa del 26 luglio 2012, che se confermato creerebbe una incomprensibile diversificazione di trattamento rispetto la scelta compiuta alcuni giorni addietro per l’analogo caso di Piombino.

Durante i lavori 15 emendamenti, dei 150 presentati, sono stati dichiarato inammissibili. Ai lavori della commissione era presente anche il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti. I relatori del provvedimento sono l’ex ministro del Pdl Raffaele Fitto per la commissione Attività produttive e Enrico Borghi del Pd per la commissione Ambiente. Il decreto dovrebbe approdare in Aula, in discussione generale, l’8 luglio. Ne vedremo delle belle. Si fa per dire.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 03.07.2013)

 

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