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Ilva, tra ricorsi e Piano Ue – Un’altra settimana intensa

TARANTO – Domani si scriverà una nuova pagina dell’infinito capitolo della vicenda giudiziaria dell’Ilva. Al Tribunale del Riesame di Taranto si discuterà infatti del ricorso con cui l’azienda ha chiesto la revoca del sequestro da 8 miliardi e 100 milioni di euro disposto dal gip Patrizia Todisco a valere sui beni e sui conti della capogruppo Riva FIRE (acronimo di Finanziaria Industriale Riva Emilio ed oggi Riva Forni Elettrici) che controlla, anche se soltanto del 35-37% delle azioni, la stessa Ilva. Ma la novità di questo nuovo scontro giudiziario, è rappresentata dal fatto che il ricorso con cui è stato chiesto al Riesame di annullare il sequestro del gip, è stato firmato da Enrico Bondi, all’epoca ad dimissionario dal Cda dell’Ilva, oggi nominato dal governo attraverso un decreto legge a gestire il commissariamento del siderurgico.

Inoltre, debutta tra gli avvocati dell’Ilva Franco Coppi, noto penalista romano, conosciuto nel Palazzo di Giustizia di Taranto per aver difeso Sabrina Misseri nel processo relativo all’omicidio della 15enne di Avetrana Sarah Scazzi. E’ dunque quanto meno singolare che il super manager si ritrovi a ricoprire ora una duplice veste: ovvero ricorrente per conto della proprietà della famiglia Riva contro i giudici di Taranto e commissario dell’Ilva su nomina del Governo; se non è questo un palese elemento di conflitto di interessi, non sappiamo come altro definirlo. Anche perché, contrariamente a quanto avvenuto per il ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Milano contro il sequestro, sempre a carico del gruppo Riva, di 1,2 miliardi per reati fiscali e valutari, quello presentato al Riesame di Taranto non è stato ritirato.

Come non bastasse tutto questo, bisogna ricordare che il decreto numero 61, per il quale il 24 giugno prenderà il via nelle commissioni congiunte Attività produttive e Ambiente della Camera il dibattito per la conversione in legge dello stesso, stabilisce chiaramente come il magistrato debba provvedere “allo svincolo delle somme per le quali in sede penale sia stato disposto il sequestro anche ai sensi del decreto legislativo 231 e che queste somme sono messe a disposizione del commissario”. La qualcosa ci induce a credere che a breve si aprirà un nuovo conflitto tra la Procura, il gip e l’avvocatura dello Stato, così come avvenuto nei mesi scorsi per il testo della legge 231/2012, la ‘salva-Ilva’.

Tornando invece al ruolo dell’avvocato Franco Coppi, quest’ultimo dovrebbe seguire le vicende dell’azienda, mentre Marco De Luca, di Milano, che ha seguito tutta la vicenda del sequestro delle merci, si dedicherà ai problemi legali di Emilio Riva, che dallo scorso 26 luglio è agli arresti domiciliari così come il figlio Nicola, mentre l’altro figlio, il secondogenito Fabio nonché vice-presidente della Riva FIRE, è a tutt’oggi soggetto ad una procedura di estradizione dall’Inghilterra all’Italia perché colpito già da fine novembre da ordinanza di custodia cautelare in carcere: la prossima udienza per l’estradizione è fissata per lunedì 17.

Ma domani è anche il giorno in cui l’Ue presenterà il piano per salvare la siderurgia europea, soprattutto quella italiana, dalla prossima estinzione. Un piano molto atteso dai vertici dell’Ilva, perché dovrebbe contenere una serie di agevolazioni e di aiuti, soprattutto a livello economico grazie ai prestiti della BEI (Banca Europea Investimenti). A Roma, la rappresentanza in Italia della Commissione europea organizza la presentazione del piano d’azione per l’industria siderurgica europea. Gli incontri inizieranno alle 15 con un briefing tecnico off the record da parte di un esperto della Direzione generale della Commissione europea Industria e Impresa, che fornirà dettagli sugli aspetti tecnici del piano. Alle 16 sarà possibile seguire in diretta da Bruxelles la conferenza stampa del vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani.

“Il piano ha l’obiettivo di aiutare il settore siderurgico ad affrontare le sfide attuali e di promuovere l’innovazione, la crescita e l’occupazione. Tocca la componente specifica del settore e settori pertinenti, quali una migliore regolamentazione, il cambiamento climatico, l’energia, il commercio, l’efficienza delle risorse, le materie prime e la concorrenza. Con l’occupazione di 360.000 persone e un fatturato di circa 170 miliardi di euro e una presenza nella catena del valore di produzione di molti settori a valle, l’industria siderurgica ha un posto strategico per l’economia dell’Ue”, ricorda la Commissione.

Ma qualcosa è andato storto: gli sviluppi nel corso degli ultimi anni – una forte concorrenza globale, la crisi economica, l’evoluzione dei prezzi delle materie prime e di energia, e di alcune normative eccessiva – hanno presentato nuove sfide per i produttori di acciaio europei. E dal 2011, diversi produttori di acciaio nell’UE hanno quindi optato per la riduzione della produzione e per la chiusura – temporanea o permanente – di diversi pianti affetti dalla crisi. Ed è proprio quello che l’Ue, insieme al governo italiano, vuole evitare per l’Ilva di Taranto.

Infine mercoledì, alle 14.30, il procuratore capo della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, sarà ascoltato dalla commissione Industria del Senato, presieduta da Massimo Mucchetti, del Pd (che negli ultimi giorni si è dilettato, anche sulle colonne del Sole24Ore, nel riscrivere la storia dell’Ilva) nel che ha avviato un’indagine conoscitiva sullo stato della siderurgia in Italia. Già nella scorsa legislatura Franco Sebastio è stato più volte ascoltato dai parlamentari prevalentemente su aspetti legati all’Ilva, come la commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e la commissione Lavoro del Senato. Del resto, per imparare e studiare, c’è sempre tempo.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 09.06.2013)

 

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