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Bilancio positivo per la rassegna “Taranto dove la ritrovo”

TARANTO – Ottimo ed entusiasmante è stato il riscontro di partecipazione alla rassegna “Taranto dove la ritrovo” svoltasi dal 3 al 12 maggio presso la Torre dell’Orologio, in Città Vecchia. Dieci giornate di approfondimento e conoscenza del patrimonio materiale e immateriale che il territorio tarantino ha da offrire.

Tre mostre di immagini storiche: le riproduzioni fotografiche dei dipinti di Mario D’Amicis, gli scatti della Taranto anni ’60 di Michele Del Vecchio, le lastre fotografiche del 1977 del prof. Attilio Cerruti sulla mitilicoltura di ieri e di oggi. Diverse passeggiate nei luoghi della marineria tarantina, dal Centro Storico agli antichi monasteri che circondano Mar Piccolo. Approfondimenti culturali sulla Città Vecchia, sul gemellaggio con la città di Brest, sulle tradizioni tarentine e sulle scienze naturali in collaborazione con l’associazione Ciranò, Helen Frances, i tarantini veraci Cataldo Portacci e Cataldo Sferra e il Museo di scienze naturali “Bios Taras”.

Una serie di appuntamenti, quindi, mirati alla divulgazione delle più autentiche bellezze di una Taranto che, oggi più che mai, ha bisogno di una tempestiva rigenerazione urbana, intesa sia a livello edilizio-architettonico che socio-culturale. Numerosi soni stati i visitatori durante la rassegna, sia cittadini di Taranto che turisti provenienti da diverse parti di Italia e di Europa. Da segnalare, ad esempio, l’accompagnamento guidato nel Centro Storico di 40 studenti tedeschi del Corso di Studi in Economia e Scienze Sociali della “Hochschule Osnabrucke”, guidati dal docente Massimo Pizzingrilli, un interessantissimo scambio internazionale di conoscenza della città nell’attuale contesto storico ed economico, ricco di contraddizioni ma anche di potenzialità da scoprire e valorizzare.

Ciò che è emerso inequivocabilmente dagli incontri e dai dibattiti è che Taranto e il suo patrimonio conservano potenzialità enormi. Potenzialità che, nonostante le difficoltà, vengono promosse, stimolate ed alimentate da emergenti iniziative organizzate “dal basso” da associazioni, cooperative, comitati e singoli cittadini. Iniziative che meriterebbero d’essere valorizzate nell’ambito della programmazione degli organi istituzionali preposti, una programmazione ad oggi quasi totalmente assente.

Paiono positive, sulla carta, le iniziative volte alla valorizzazione della città di Taranto da un punto di vista turistico-culturale promosse da Regione Puglia, come Taranto Capitale della Cultura 2019 e le proposte di progettazione partecipata per l’uso civico delle Aree Demaniali. Resta però da capire come queste si intrecceranno con l’attivismo locale, soprattutto con le forze giovanili, altamente impegnate e professionalizzate, che oggi esigono essere parte dei processi decisionali sul futuro della città. Esigenza resa ancora più stringente dalla sensazione che questa possa essere l’ultima occasione per cambiare la città e per trattenere le tante intelligenze che, altrimenti, sarebbero costrette nuovamente ad emigrare.

A questa sfida tutti sono chiamati a partecipare, per dimostrare con i fatti che la dinamicità e la ripresa di un territorio non potrà mai prescindere da passione, attaccamento e volontà di riscatto di chi lo vive quotidianamente e non ha alcuna intenzione di abbandonarlo per colpa di una visione politica lontana dai bisogni reali. In questa direzione l’associazione “Centro Studi Documentazione e Ricerca Le Sciaje” continuerà a lavorare, come sempre aperta ad ogni forma di collaborazione con chi condivida il sogno di una nuova Taranto, che poggi saldamente sulle sue radici storiche e culturali”.

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