Secondo Marescotti, Vendola punta a ”ridimensionare il problema dell’inquinamento a Taranto proprio nel momento in cui la drammaticita’ della questione ambientale e sanitaria si sta imponendo all’attenzione nazionale con gli arresti politici eccellenti di questi giorni”. Per questo, aggiunge, ”siamo molto preoccupati. Dichiarando che ‘in alcuni quartieri di Brescia o in tanta parte della Pianura Padana c’e’ benzoapirene e diossina in quantita’ cinque volte superiore a quelle che ci sono nei quartieri piu’ inquinati di Taranto’, Vendola continua a svolgere il ruolo di ‘minimizzatore’ e di ‘rassicuratore’ proprio adesso che le indagini della Procura per disastro ambientale sembrano assestare colpi decisivi a quel sistema politico che ha garantito l’Ilva”.
Il vero dato ”imbarazzante per Vendola – prosegue il presidente di Peacelink – e’ che il grande disastro ambientale di Taranto si e’ continuato a consumare mentre lui era Governatore della Regione Puglia. Vendola e’ stato l’uomo del dialogo con Riva, dei tavoli tecnici di concertazione con l’azienda mentre Peacelink portava in Procura i dati sulla diossina da cui e’ partita l’inchiesta”. In conclusione, Marescotti annuncia che ”oggi metterà in mora la Regione Puglia che non ha richiesto all’Arpa Puglia l’individuazione di chi ha contaminato il terreno e la falda del quartiere Tamburi. Senza questo adempimento, non può scattare la norma europea chi inquina paga”.
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