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Taranto, bonifiche: c’è l’escamotage per garantire la copertura finanziaria?

TARANTO – E’ tornata a riunirsi ieri la Cabina di regia per l’attuazione delle bonifiche per l’area SIN di Taranto e Statte. La riunione, svoltasi come al solito nella caserma dei Vigili del Fuoco presieduta dal commissario Alfio Pini, è servita per approvare il sottoprogetto di bonifica n.4 del “progetto Coordinato del risanamento del quartiere Tamburi” del Comune di Taranto che comprende i terreni dell’area in questione e due scuole (la Gabelli e la Vico).

Il Comune si è inoltre impegnato a presentare nell’arco di una settimana, il piano di caratterizzazione relativo alle altre scuole che non rientrano nel sotto sottoprogetto 4 (la Deledda, la De Carolis e la Giusti). Inoltre, sempre l’amministrazione comunale presenterà a breve anche il progetto relativo alla caratterizzazione del cimitero e alla bonifica del sottoprogetto n.1. Ma nella riunione di ieri si è affrontato anche il tema della reperibilità dei fondi previsti dal “Protocollo d’intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto”.

Come riportato ieri su queste colonne infatti, al termine della riunione romana di martedì presso il ministero dell’Ambiente, l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro ha confermato quanto da noi denunciato tempo addietro: ovvero che senza deroga al patto di stabilità per quello che riguarda le risorse regionali da destinare alle attività di bonifica del SIN di Taranto, ammontanti a 200 milioni di euro rinvenenti dalla delibera del CIPE destinati alla difesa del suolo, le risorse previste dal protocollo dello scorso 26 luglio rischiano di non essere più esigibili.

Stante così le cose quindi, verrebbero a mancare le risorse per la bonifica dell’area SIN (il I seno del Mar Piccolo, i Tamburi, la falda superficiale e l’area industriale di Statte, ndr). Visto che la contrazione previsto per il patto di stabilità della Regione Puglia è di oltre 600 milioni di euro della possibilità di spesa. In quella somma si trovano anche i milioni per la bonifica del nostro territorio. Al momento dunque, sarebbero certi soltanto i 28 milioni di euro stanziati dal ministero dell’Ambiente. Ed è proprio in quella somma che potrebbe esserci una soluzione tampone per non mandare tutto all’aria.

Durante la riunione di ieri infatti, il Soggetto Attuatore Antonio Strambaci della direzione generale per lo Sviluppo sostenibile del ministero dell’Ambiente, pare abbia avanzato la seguente proposta: il comune di Taranto potrebbe procedere con le gare ed appaltare i lavori, inviando le fatture direttamente al ministero dell’Ambiente, che pagherebbe il tutto attingendo da quei 28 milioni. In modo tale da “saltare” la Regione Puglia ed evitando lo scoglio del patto di stabilità.

Questa potrebbe essere la via per salvare la bonifica del rione Tamburi (spesa prevista 8 milioni) e quella del I seno del Mar Piccolo (spesa prevista 20 milioni e per cui l’ARPA Puglia ha già avviato gli studi di approfondimento per verificare la presenza di fonti inquinanti attive e nello stesso tempo provare a capire in che stato verso la falda profonda). Ovviamente siamo ancora in una fase embrionale, in quanto bisognerebbe verificare la fattibilità di un’operazione del genere. Di certo se ne saprà di più nella prossima riunione della Cabina di regia programmata per il prossimo 28 maggio.

G. Leone (TarantoOggi, 16.05.2013)

 

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