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Porto, investimenti a rischio. Stefàno e Prete: “Ci stiamo adoperando per evitare ricadute negative”

TARANTO – Oggi i  lavoratori portuali e i sindacati dei trasporti aderenti a Cgil, Cisl e Uil  hanno manifestato davanti alla sede di Taranto container terminal per protestare contro il rischio che gli investimenti per l’ammodernamento dell’area portuale si blocchino a seguito dell’ordinanza del Tar di Lecce che il 9 maggio scorso ha sospeso sia l’accordo generale relativo agli stessi investimenti,  sia il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri che ha nominato l’attuale presidente dell’Autorita’ portuale di Taranto, Sergio Prete, commissario dei lavori al fine di evitare lungaggini burocratiche e snellire l’iter realizzativo.

Nel pomeriggio, è arrivata la nota stampa con cui il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, e il presidente dell’Autorità Portuale, Sergio Prete,  dicono che si stanno “adoperando per delineare tutte le opportune iniziative che in qualche misura possano  scongiurare  il rischio di  ricadute negative nelle attività portuali ed, al tempo stesso,  possano garantire la prosecuzione dell’azione di rilancio e potenziamento  dell’area  portuale”.

Interviene con un comunicato stampa anche l’on. Michele Pelillo: “L’auspicio è che prevalga il buonsenso e che questa situazione si risolva in maniera positiva per lo sviluppo del porto e per i lavoratori. Prendiamo atto della pronuncia del tribunale amministrativo, ma speriamo che nelle prossime ore si trovi un punto d’accordo, affinché si possa ritirare il ricorso e siano salvaguardati i progetti di riqualificazione dello scalo e il lavoro dei portuali; è importante non perdere i finanziamenti e dare avvio alle opere”.

Solidarietà ai lavoratori è stata espressa dal capogruppo PD al consiglio comunale Gianni Azzaro che ha partecipato al sit-in dei lavoratori TCT e dei sindacati. “La linea da seguire deve essere quella della ragionevolezza – commenta Azzaro – il porto è l’unico esempio di sviluppo alternativo o parallelo alla grande industria, non possiamo sprecare questa grande opportunità; il rischio è che se anche un accordo governativo viene vanificato, come dimostrano gli ultimi accadimenti, nessuno, in futuro, verrà più ad investire a Taranto”.

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