Sospeso anche, fa sapere la stessa Authority, “l’accordo generale per lo sviluppo dei traffici containerizzati” e la realizzazione delle relative opere. La stessa Autorita’ portuale ha gia’ annunciato che impugnerà davanti al Consiglio di Stato la sospensiva, ma intanto i primi interventi che rischiano di fermarsi sono la riqualificazione del molo polisettoriale, per la quale erano gia’ pervenute le offerte che la commissione tecnica avrebbe dovuto valutare, e i dragaggi. Questi ultimi servono a dare maggiore profondita’ ai fondali antistanti l’area del molo per consentire l’attracco di navi portacontainer piu’ grandi. Le infrastrutture sulle quali incombe la fermata sono pari a circa 200 milioni di euro.
Dalla sospensiva del Tar di Lecce si “salvano” solo le opere della piastra logistica, che sono l’altro grosso progetto in corso nel porto con interventi per ulteriori 219 milioni di euro. Accanto allo stop del Tar di Lecce ad opere per 200 milioni, c’e’ il rischio che Taranto Container Terminal e la stessa Evergreen abbandonino il porto ionico. Una minaccia già fatta tempo addietro perchè’ lo scalo non era competitivo e ritirata solo a fronte del progetto di rilancio. Progetto sulla cui base Tct ha anche accettato di trasformare in cassa integrazione straordinaria la mobilita’ annunciata per una parte dei suoi dipendenti, impegnandosi altresi’ ad investire, fuori dall’accordo generale, un centinaio di milioni di euro in nuove gru e impianti.
Nell’ordinanza depositata ieri, il Tar di Lecce (presidente Antonio Cavallari, primo referendario Giuseppe Esposito, referendario estensore Roberto Michele Palmieri), ricorda che già il 19 maggio 1998 la concessione fra Authority e Tct prevedeva l’impegno di quest’ultima ad “accettare tutti gli obblighi dell’atto di concessione attualmente effettuate sul molo polisettoriale”. “La suddivisione dell’area portuale” tra terminal rinfuse e Tct “e’ stata poi confermata” dall’accordo del 16 maggio 2001 ma lo scorso 11 febbraio l’Autorita’ portuale ha modificato l'”assetto di interessi” ed “ha negato al consorzio ricorrente la disponibilita’ dell’area assentita sin dal 1998”. Per il Tar “tale nuovo provvedimento non esprime i motivi di pubblico interesse che hanno indotto l’amministrazione a cambiare” quanto stabilito in precedenza, ne’ e’ stata prevista la corresponsione di un indennizzo a favore del terminal rinfuse (Agi).
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