“Ora che la Consulta si è pronunciata sulla costituzionalità della legge Salva Ilva – commenta il vice presidente di Legambiente Stefano Ciafani– la si rispetti con rigore non solo nella parte che garantisce la produzione d’acciaio, mai bloccata in tutti questi mesi, ma anche in quella che chiede il risanamento degli impianti e la revisione dell’AIA per tenere conto del danno sanitario. Il Garante ha già certificato, sulla base delle ispezioni fatte dall’Ispra, che l’Ilva ha violato le prescrizioni dell’AIA. Vanno anche accelerate le bonifiche per rimuovere i tanti veleni sparsi sul territorio”.
Legambiente non rinuncerà, comunque, a far modificare la legge che estende a tutti gli stabilimenti industriali inquinanti, che abbiano almeno 200 lavoratori, la possibilità di adottare una normativa d’emergenza dichiarandoli di interesse strategico nazionale, perché di fatto va a stravolgere la normativa ambientale nel nostro paese. L’associazione, inoltre, ringrazia ancora una volta la magistratura tarantina per la serietà e il rigore con cui sta affrontando questa complessa vicenda, sicura che continuerà a perseguire tutti i reati contro l’ambiente e la salute.
“Se non si vuole che i cittadini tarantini perdano completamente la speranza nelle istituzioni – dichiara Lunetta Franco, presidente del circolo Legambiente Taranto – si dimostri seriamente che si vuole salvaguardare lavoro, salute e ambiente e non solo gli interessi dell’azienda. Si sappia che a Taranto i cittadini insieme alle tante organizzazioni della società civile che si sono mobilitate terranno alta l’attenzione e contrasteranno ogni tentativo di annacquare il risanamento”.
Comunicato stampa di Legambiente
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