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All’Ilva è un incidente continuo

TARANTO – Ancora un incidente all’Ilva. L’ennesima di una lunga serie che sembra non avere mai fine. Durante la fase di svuotamento di un rigolone ghisa sul campo di colata dell’altoforno n.4, “per un inconveniente tecnico in corso di accertamento, una piccola parte del getto di ghisa è caduta sul terreno sottostante, generando emissione di fumo visibile anche dall’esterno dello stabilimento”. Questo si legge in una nota a firma dell’azienda. L’incidente è accaduto ieri mattina intorno alle 8. Per fortuna non si sono registrati danni alle persone.

E stando a quanto sostengono dagli uffici del dipartimento di Taranto dell’ARPA Puglia, non si sarebbero verificati inconvenienti per l’ambiente e nell’aria. Lo scoro 22 marzo, invece, un incendio si verificò nel reparto Laminatoio a freddo. A quanto si apprese, a prendere fuoco furono alcuni pannelli di protezione a copertura delle cisterne. Anche allora non si registrarono feriti. Anche allora così come ieri, l’incendio venne domato dai vigili del fuoco del distaccamento interno. Anche allora sul posto intervennero i tecnici dell’ARPA per verificare l’eventuale dispersione di sostanze tossiche che risultò negativa. Lo scorso 7 marzo, ancora un incidente. Ma questa a volta a denunciarlo non fu l’azienda ma il sindacato di base USB. L’infortunio si verificò presso la zona fossa dell’acciaieria 2.

Secondo la ricostruzione dell’organizzazione sindacale, un carroacciaio investì un carrello elevatore in transito, il cui operatore è rimasto ferito. L’USB, nella nota di denuncia, invitava l’azienda, la direzione provinciale del Lavoro e lo SPESAL dell’ASL ad “intervenire urgentemente sull’accaduto tenendo conto che stiamo assistendo ad una catena inarrestabile di infortuni sul lavoro sempre nella stessa azienda”. Il 28 febbraio scorso, invece, il drammatica incidente sul ponteggio della batteria 9 della cokeria, che costò la vita al 42enne Ciro Moccia e mandò in ospedale per 40 giorni un operaio dell’appalto (così come non vanno dimenticate altre due recentissime e dolorose morti bianche all’Ilva: il 29enne Francesco Zaccaria all’opera su una gru investita dal tornado del 28 novembre e deceduto in mare, e il 29 enne Claudio Marsella deceduto nella mattina del 30 ottobre, operaio addetto al movimento ferroviario al V sporgente del porto, caduto dalla piattaforma della motrice dopo aver urtato il torace contro i respingenti di un vagone durante le operazioni di aggancio di un carro ferroviario).

Ancora. Nella mattinata del 16 febbraio, si levarono fumi dal grande altoforno numero cinque. Alla base delle emissioni definite anomale risultarono problemi tecnici sull’impianto, che fecero scattare la procedura di sicurezza con l’apertura di alcune valvole sulla testa dell’AFO 5. Da qui la fuoriuscita di fumi che fu notata anche in città. Anche allora si disse che non vi fu “nessuna conseguenza per le persone e gli impianti e non si registrano emissioni di sostanze pericolose”. Ora. Di fronte a questa sequela di incidenti, le alternative sono due: o per anni ci hanno nascosto incidenti della stessa natura o c’è qualcosa che all’interno dell’azienda non funziona più come una volta.

Questo l’elenco degli infortuni o incidente dal 2009: 27 maggio 2009 infortunio Altoforno 4; venerdì 11 dicembre 2009 infortunio IMA 3° Sporgente; martedì 9 febbraio 2010 fuoriuscita acciaio liquido in colata continua n. 2 Acciaieria 2; lunedì 29 marzo 2010 infortunio Reparto Laminazione; mercoledì 10 novembre 2010 infortunio reparto laminazione a freddo; martedì 28 febbraio 2012 incendio sottostazione elettrica Tubificio ERW; martedì 10 luglio 2012 incidente sulla statale Taranto-Statte causato dalla caduta di un tubo lungo la strada, movimentato da un carrello elevatore all’interno della recinzione dello stabilimento: durante il deposito scivolò lateralmente cadendo sulla recinzione metallica, abbattendola e coinvolgendo due auto in transito; giovedì 4 ottobre 2012 lievi malori per otto operai del tubificio 1. Come si evince, qualcosa non torna. E ci ritorna alla mente quanto denunciato da alcuni operai all’indomani dell’incidente mortale dello scorso 28 febbraio: “Anziché rafforzare l’aspetto della sicurezza, è saltata la gestione interna”. E il rischio è che la situazione peggiori ancora. Andando del tutto fuori controllo dopo il 9 aprile.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 27.03.2013)

 

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