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Ilva, lo Slai Cobas: “Non devono essere i lavoratori a pagare i costi dell’ambientalizzazione”

TARANTO – Per lo Slai Cobas Ilva non ci sono dubbi: «Come era illegittima e ingiustificata la Cig, lo è altrettanto il contratto di solidarietà, perché i lavori di ambientalizzazione non li devono ‘pagare’ gli operai. I lavoratori possono essere spostati in altri reparti e/o impiegati negli stessi lavori di messa a norma, anche con periodi di formazione».
Continua lo Slai Cobas: «L’accordo sul contratto di solidarietà prevede un esubero di 3.749 lavoratori con una riduzione d’orario che coinvolgerà 11.059 unità. In premessa fa soprattutto riferimento alla crisi economica, finanziaria e di mercato, piuttosto che agli interventi di ambientalizzazione, ma anche dalle tabelle riepilogative dei dati produttivi e finanziari (allegate all’accordo) si vede che il calo c’è stato nel 2009 e 2010, ma già nel 2011, e nel 2012, la produzione non ha avuto contrazione, anzi, proprio nell’area a caldo gli straordinari sono stati una normalità».
In conseguenza di questa impostazione, afferma lo Slai Cobas “l’accordo non lega la riduzione dell’orario reparto per reparto ad un preciso piano di lavori e di tempi di messa a norma degli impianti; questo impedisce un controllo preciso. L’azienda mantiene due armi per usare i lavoratori secondo i suoi interessi: sia scrivendo nell’accordo che un eventuale aumento dell’orario
di lavoro potrà avvenire “in maniera non uniforme e quindi differenziata per dipendente”, dando luogo di fatto a una discriminazione tra lavoratori; sia prevedendo una revisione dell’accordo se l’attuale riduzione non è più “congrua dal punto di vista organizzativo e produttivo”».
Nella nota stampa, lo Slai Cobas aggiunge: «Ciò che rende più utile il contratto di solidarietà rispetto alla cig è che tutti gli operai restano in fabbrica e quindi resta la forza e una possibilità di lotta maggiore verso l’accordo e per imporre messa a norma e difesa del posto di lavoro Noi vogliamo, comunque che le percentuali di sospensione dell’orario di lavoro siano uguali per tutti gli 11.059 lavoratori; che ci sia una rotazione prefissata e per periodi uguali per tutti; che la formazione sia retribuita come orario normale di lavoro; un’integrazione salariale dell’azienda del trattamento Inps per copertura al 100% ». Lo Slai Cobas ricorda che il prossimo 22 marzo si terrà un presidio davanti alla direzione Ilva a partire dalle ore 13. In quell’occasione si chiederà all’azienda un incontro  sui contratti di solidarietà e sicurezza.

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