Da lunedì scorso, secondo fonti sindacali, sarebbero a casa circa 2.500 dipendenti, una parte dei quali sta smaltendo ferie e un’altra, appunto formalmente, é in cassa integrazione straordinaria. Ieri mattina le parti hanno discusso del reparto Acciaieria, per la quale l’Ilva prevede la CIGS per 940 lavoratori, anche se pare che il numero potrebbe ridursi di una cinquantina di unità. Nel pomeriggio si é invece parlato dei dipendenti dell’area Laminazione, a caldo e a freddo, e dell’area Tubifici-Rivestimenti tubi: nel primo caso si prevede la CIGS per 1.574 lavoratori (questo il reparto più colpito), nel secondo per 607 unità. I verbali degli incontri al momento vengono firmati però soltanto da azienda, Fim e Uilm.
La Fiom Cgil ritiene infatti che prima di firmare accordi sulla cassa, si debba vagliare la possibilità di utilizzare i contratti di solidarietà al posto della CIGS, possibilità a cui anche l’azienda si è detta aperta, anche se per ora soltanto a parole. Inoltre, i contratti di solidarietà devono essere legati sia al piano industriale che a quello investimenti dei quali, al momento, non c’é ancora traccia. Gli incontri azienda-sindacati riprenderanno martedì 12 quando si parlerà delle aree Servizi/Staff e Manutenzioni generali. Il giorno dopo é prevista una riunione riassuntiva, alla quale saranno presenti anche le segreterie provinciali dei sindacati, mentre il 14 é fissato a Roma l’incontro per firmare l’eventuale intesa sulla cassa integrazione guadagni straordinaria. Ma difficilmente tutto filerà liscio.
G. Leone (TarantoOggi, 09.03.2013)
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