“Voglio ribadire la volontà precisa di Ilva ad applicare l’Aia – ha sostenuto Ferrante – abbiamo già iniziato ad applicarla. Sono in corso i lavori e abbiamo fatto ordini per interventi importanti che richiedono cospicui investimenti. Lo stiamo facendo avendo vissuto una situazione di evidente difficoltà per l’azienda. A novembre ci hanno sequestrato i prodotti che avevamo nello stabilimento per un valore iniziale di 900 milioni di Euro e abbiamo subito un blocco di due mesi. Ma stiamo risalendo la china, con molta pazienza e serietà”.
Ha poi aggiunto Ferrante: “Abbiamo elaborato un piano industriale che prevede la piena applicazione dell’Aia. L’Aia prevede il fermo di impianti durante i lavori, da qui la richiesta di cassa integrazione straordinaria collegata a questi fermi. In questa richiesta abbiamo esposto il numero massimo di lavoratori coinvolti nei prossimi due anni. Questi numeri massimi potrebbero anche non essere mai raggiunti. Auspico un confronto sereno, reale, nell’interesse dei lavoratori, dell’ambiente e anche dell’azienda che guarda al futuro a testa alta”.
Intanto, si è saputo che il prossimo incontro sulla richiesta dell’Ilva di cassaintegrare alcune migliaia di lavoratori si terra’ a Roma, presso il ministero del Lavoro, il 14 marzo, alle ore 15.
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