Alla casa di moda parigina viene rimproverata la mancanza di trasparenza e sostenibilità della filiera della carta per il packaging e di quella della pelle oltre all’uso di sostanze tossiche nei propri tessuti. Chanel, infatti è uno dei marchi valutati “Zero in Condotta” nella classifica “The Fashion Duel” (www.thefashionduel.com), elaborata da Greenpeace, nella quale 15 case d’Alta moda, italiane e francesi, sono state valutate in base alla trasparenza delle filiere produttive, le politiche ambientali in atto e la disponibilità a un impegno serio per dire no alla deforestazione e all’inquinamento.
«Chanel è sempre stato considerato un marchio leggendario e persino rivoluzionario alla sua nascita, ma continua a rimanere in silenzio nonostante migliaia di persone gli stiano chiedendo di ripulire le proprie filiere e garantire ai propri clienti una moda più pulita – spiega Chiara Campione, responsabile “The Fashion Duel” di Greenpeace Italia – Non impegnarsi ad obiettivi come Deforestazione Zero e Scarichi Zero nella propria filiera è una totale mancanza di stile».
Chanel e altre case d’Alta moda come Dolce&Gabbana, Hermes e Prada, nonostante le ripetute richieste si sono rifiutate di fornire le informazioni necessarie a una loro valutazione sulle politiche ambientali in atto. In testa alla classifica al momento c’è Valentino Fashion Group, l’unico marchio a impegnarsi per raggiungere gli ambiziosi obiettivi Deforestazione Zero e Scarichi Zero nelle propria produzione.
“Oggi chiediamo a Chanel di ripulirsi e il nostro duello con l’alta moda continuerà fino a quando non avremo convinto tutti che il lusso, se costa qualcosa al Pianeta non è lusso” – conclude Campione. Sul sito www.thefashionduel.com più di venticinque mila persone hanno già firmato una petizione per domandare alle aziende della moda di accettare la sfida per una moda più pulita”.
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