per monitorare la loro salute e di beneficiare delle normative per i lavoratori usuranti, anche nel quadro di una specifica legge Taranto. Nel corso dell’incontro si è parlato anche della causa risarcitoria e della futura costituzione di parte civile sia dei lavoratori cimiteriali della cooperativa Ancora, sia dei lavoratori impegnati in altre attività (fioristi, marmisti) all’interno del cimitero.
«Sono tante le polveri che respiriamo, anche e soprattutto nelle ore notturne, il sabato e la domenica, quando all’Ilva approfittano per emettere a più non posso – ha detto un lavoratore – questa è la realtà che viviamo giornalmente e possiamo anche documentarlo tangibilmente con filmati che abbiamo realizzato in questi anni. Lavoriamo in una situazione di assoluta criticità. Condizioni che abbiamo in comune con chi vive al quartiere Tamburi».
«Ora diciamo basta – ha aggiunto il lavoratore – siamo pronti a mobilitarci. Con lo Slai Cobas stiamo portando giornalmente avanti la lotta contro queste condizioni, tra l’altro in una situazione in cui sono morti per patologie riconducibili alle condizioni di lavoro un nostro collega e il direttore del cimitero urbano. Abbiamo avuto anche noi i nostri morti, e questo ci accomuna ancora di più alla lotta degli operai dell’Ilva. Nella causa risarcitoria – che parte in questo mese – ci avvaleremo degli avvocati dello Slai Cobas – a Taranto avv. Mario Soggia -per assicurare ai lavoratori e ai cittadini una linea processuale collettiva vincente, ma nello stesso tempo abbiamo contattato e ci ha espresso la sua disponibilità e adesione all’iniziativa l’avv. Bonetto di Torino, che è avvocato di parte civile nel processo Eternit, che ha curato la causa civile di tremila tra lavoratori e cittadini contro l’Eternit».
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