Lo afferma in una nota stampa Lorenzo Nicastro, assessore regionale all’Ambiente. «Come ho avuto modo di dire qualche giorno addietro – continua Nicastro – come segno di attenzione al territorio e presa di coscienza della gravità della situazione, prima ancora delle finanze aziendali, mi sarei aspettato che Ilva chiedesse si il dissequestro dei beni ma che si impegnasse a destinare quei fondi (che sarebbero meno di un quarto di quelli necessari alle opere previste a carico dell’azienda) all’attuazione delle opere di ambientalizzazione dello stabilimento. Salvo poi farlo, probabilmente, fuori tempo utile e, soprattutto, dopo aver animato una campagna di aggressione contro la magistratura ionica. Confermo e ripeto le mie perplessità sulla scelta del Governo nazionale di percorrere la conversione in legge dell’Aia».
Nicastro spiega che ci sono almeno due motivi: «Il primo è che, come è facile capire, la modifica di una legge rispetto all’aggiornamento di un provvedimento amministrativo (come l’Aia) richiede tempi più lunghi e si muove attraverso meccanismi ben più farraginosi. In secondo luogo questa scelta forza i toni di una contrapposizione tra articolazioni dello Stato che dovrebbero lavorare in simbiosi avendo a cuore le sorti del nostro paese, ancorché con funzioni nettamente distinte. Senza contare che tutto questo fa passare l’idea di uno Stato debole nei confronti di problematiche che non si possono ridurre ai punti di Pil o, peggio, alle esigenze di un gruppo imprenditoriale.
Tutte queste perplessità le ho manifestate in ogni contesto in cui ho avuto l’onore di rappresentare la mia Regione, ultima in ordine di tempo la convocazione straordinaria a Palazzo Chigi della settimana scorsa».
Prosegue l’assessore: «Oggi sarò a Taranto alla presentazione del Commissario per le Bonifiche, ing. Pini, e del Garante per l’attuazione dell’Aia, dott. Esposito, presso la Prefettura. Cosa mi aspetto? Un cambio di marcia: un timing più serrato sugli interventi, l’individuazione dei fondi del Governo per le bonifiche del Sin di Taranto visto che fino ad ora ci sono solo, o quasi, i fondi regionali che rinvengono dal Cipe. Mi aspetto che lo Stato finalmente eserciti la sua sovranità, riprendendo in mano le sorti di questa vicenda. Non più un approccio “tampone” alle problematiche ma una visione prospettica, sul lungo periodo. Con impegni chiari e tempi certi, interventi finanziati (e non solo annunciati) e un orizzonte nuovo per i cittadini di Taranto e per tutti i pugliesi, tenendo ben presenti le esigenze prioritarie di tutela dell’Ambiente e della Salute».
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