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Ilva, Cgil e Fiom esprimono preoccupazione – No della Procura a dissequestro vincolato

TARANTO – Durante l’incontro tenuto oggi in Prefettura, alla presenza del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, è stato paventato il rischio di un ricorso alla cassa integrazione per 7-8mila lavoratori dell’Ilva di Taranto. Il ministro pur non fornendo numeri al riguardo, ha dichiarato che “sta per essere presentata una richiesta importante di cassa integrazione da parte dell’azienda”.

«Esprimiamo grande preoccupazione per la situazione venutasi a determinare nello stabilimento di Taranto in queste ultime ore. La difesa dell’occupazione e dello stabilimento di Taranto è condizione per la tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori e condizione fondamentale per il processo di bonifica e risanamento del territorio tarantino». Lo affermano Elena Lattuada (Cgil Nazionale) e Rosario Rappa (Fiom Nazionale), che aggiungono: «Accanto a ciò ribadiamo l’assoluta necessità degli investimenti da parte dell’impresa, anche con forme di intervento pubblico, indispensabile a garantire non solo il futuro dell’occupazione diretta ed indiretta ma altresì l’applicazione delle norme legislative a difesa della salute e dell’ambiente, evitando forzature che in queste ore potrebbero determinare una forte tensione sociale».

Si legge, inoltre, nella nota: «Su queste basi abbiamo invitato il governo a proseguire e mantenere alto il livello di attenzione sulla situazione, a ricercare tutte le forme di collaborazione istituzionale, compresa la magistratura,  per individuare le migliori soluzioni e, infine, a garantire tutta la strumentazione, anche con misure straordinarie, per sostenere reddito e lavoro all’insieme dei lavoratori, a partire da quelli che operano nell’indotto».

IL NO DELLA PROCURA – In giornata è arrivato anche il parere negativo della procura di Taranto sull’istanza di dissequestro ‘vincolato’ dei prodotti finiti e semilavorati presentata ieri dai legali dell’Ilva. Nell’istanza, la vendita dei prodotti era finalizzata anche al pagamento degli stipendi. Adesso la parola passa al gip Patrizia Todisco.

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