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Riva resta ai domiciliari. Alta tensione in fabbrica

TARANTO – La Cassazione ha confermato ieri la custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del patron dell’Ilva Emilio Riva, del figlio Nicola e dell’ex direttore dello stabilimento tarantino, Luigi Capogrosso. La I Sezione Penale della Suprema Corte ha dunque rigettato il ricorso presentato dai legali dei Riva e di Capogrosso, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Taranto per disastro ambientale, contro l’ordinanza con la quale il Tribunale della Libertà di Taranto lo scorso 26 luglio aveva concesso i domiciliari.

La difesa di Emilio e Nicola Riva affidata all’avvocato Del Luca invece, aveva chiesto ai giudici della Cassazione di annullare la misura cautelare degli arresti domiciliari emessa a carico dei due industriali. Il quale aveva fatto presente ai giudici che nessuno degli indagati riveste più incarichi societari e che “pertanto non si può ipotizzare il rischio di reiterazione del reato considerando anche che il garante dell’AIA è l’ex procuratore generale della Suprema Corte, Vitaliano Esposito”. Per quanto riguarda il rischio di inquinamento probatorio invece, De Luca aveva messo in evidenza come “il rischio non è più configurabile dal momento che l’episodio Liberti risale ormai a tre anni fa ed è totalmente acquisito agli atti della Procura”.

Restando sempre in ambito giudiziario, si è svolta ieri una nuova udienza (il processo è ancora nelle fasi preliminari) del processo per le morti all’Ilva provocate dalla dispersione di fibre di amianto. Trenta gli imputati, ovvero i vertici della ex Italsider e dell’Ilva dagli anni Settanta ad oggi, e 45 le vittime, parte delle quali costituitesi parte civile. Ieri il giudice monocratico Simone Orazio ha unificato i due procedimenti penali, così come chiesto dalla pubblica accusa rappresentata dal sostituto procuratore Raffaele Graziano. Le accuse principali a carico degli imputati sono di concorso in omicidio colposo e omissione di cautele nei luoghi di lavoro.

Il giudice ha respinto invece una serie di eccezioni difensive e la richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Taranto, che aveva chiesto il riconoscimento del danno ambientale (richiesta che però può avanzare solo il Governo). Restano invece le costituzioni dell’associazione ‘Contramianto’ e dei sindacati Uil e Fiom Cgil. In udienza il pm Graziano ha depositato il decreto di latitanza di Fabio Arturo Riva, vice presidente di Riva FIRE, imputato in questo processo ma già destinatario dal 26 novembre scorso di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, mai eseguita, in un altro procedimento per disastro ambientale. Il processo è stato aggiornato al prossimo 14 febbraio.

Intanto, a Taranto, la tensione resta altissima dopo che il tribunale del Riesame ha accolto la richiesta della Procura di Taranto di sollevare eccezione di incostituzionalità sulla legge 231 del 24 dicembre, la così detta salva-Ilva, mantenendo in atto il sequestro sul milione e 700.000 tonnellate di coils e lamiere. Dopo aver incontrato il Prefetto in mattinata (mentre all’esterno della Prefettura durante un sit-in gli autotrasportatori Ilva avevano un acceso confronto verbale con alcuni operai del comitato dei “liberi e pensanti”), nel pomeriggio i sindacati hanno incontrato il direttore dello stabilimento, l’ing. Buffo.

Mercoledì e giovedì infatti, i cancelli della Direzione e della portineria A dello stabilimento sono state chiuse con lucchetti e sbarrate con pannelli, per impedire agli operai in cassa integrazione l’accesso in fabbrica. Buffo ha illustrato l’attuale situazione che, al netto dell’attuale andamento produttivo (17.000 t giornaliere di acciaio), potrebbe vedere la ripartenza graduale di alcuni impianti, a partire dai primi di febbraio, come il Tubificio Erw ed di altri impianti come Tubifici e  parte del Laf. Il 22, il presidente Ilva Ferrante sarà a Taranto per incontrare i sindacati e discutere delle prospettive future dello stabilimento e del Piano Industriale. Il giorno dopo sarà il turno del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, del Garante dell’attuazione della legge sull’AIA, Vitaliano Esposito, e del commissario per la bonifica dell’area di Taranto, Alfio Pini. Alle 11 saranno all’Ilva e alle 15 in Prefettura.

Gianmario Leone (Il Manifesto)

 

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