Categories: AttualitàNews

Ilva, la procura pronta ad alzare il tiro (Il Manifesto)

TARANTO – Questa mattina la Procura di Taranto potrebbe chiedere al Tribunale dell’appello di sollevare eccezione di incostituzionalità sulla legge 231 del 3 gennaio 2013, la famosa ‘salva Ilva’. Se ciò accadesse, sarebbe il secondo organo al quale vien posta la questione, dopo che la Procura l’ha girata al gip Todisco insieme al parere negativo sull’istanza presentata dall’Ilva il 4 gennaio, in cui chiedeva il dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati sotto sigilli dallo scorso 26 novembre (1.700.000 tonnellate di coils e lamiere per un valore di circa 1 mld di euro).

Quest’oggi, dunque, si discuterà il ricorso dell’azienda contro il no del gip al dissequestro dell’11 dicembre scorso. Per la Procura quei prodotti sono frutto di reato, perché realizzati con gli impianti dell’area a caldo sotto sequestro e senza facoltà d’uso per l’azienda. Ciò nonostante, con il complice silenzio assenso di istituzioni e sindacati, l’Ilva ha continuato a produrre per mesi. La Procura ha inoltre già depositato alla Consulta ricorso per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato contro il decreto n.207 del 3 dicembre 2012, ed è pronta a depositarne un secondo contro la legge che ha convertito con modifiche il decreto.

Intanto, ieri il Riesame ha depositato le motivazioni che hanno portato i giudici a respingere la richiesta di scarcerazione dell’ex manager Ilva Girolamo Archinà e dell’ex consulente della Procura, Lorenzo Liberti. L’Archinà è “il maestro degli insabbiamenti”, secondo Emilio Riva intercettato: questa definizione “è eloquente della straordinaria capacità dell’indagato di infiltrarsi nelle istituzioni, manipolare la stampa e pilotare l’azione di altri pubblici poteri”, scrivono i giudici. Archinà, ora in carcere, e Liberti ai domiciliari, vennero arrestati il 26 novembre scorso per un presunto episodio di corruzione in atti giudiziari; Archinà è anche accusato di concorso in disastro ambientale.

Per i giudici Archinà è “una personalità senza scrupoli che ha consentito e condiviso la criminosa gestione dello stabilimento che ha causato il disastro ambientale, con conseguenti effetti letali sulla popolazione”. Sottolineando “l’indifferenza mostrata per il rispetto della legge e l’assenza di ogni remora nell’agire, non avendo esitato a corrompere finanche un consulente della procura”. L’ex presidente del Politecnico di Taranto, Liberti, ha commesso reati di “estrema gravità per le ripercussioni che sarebbero potute derivare sulle indagini in corso” a carico dei vertici Ilva. Liberti è accusato di corruzione in atti giudiziari per una presunta tangente di 10mila euro che, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto da Archinà per alterare in favore dell’Ilva una perizia sulle fonti di inquinamento della città. Le banconote da 50 e 100 euro, che per la Procura Archinà consegnò in una stazione di servizio all’ex consulente, “non furono consegnate all’arcivescovo di Taranto”, tesi sostenuta da Archinà.

“Il passaggio di una busta – e non di un foglio svolazzante come sostenuto dalla difesa – contenente il denaro dalle mani di Archinà a quelle di Liberti è confermato sia da un video del circuito di sorveglianza interno alla stazione, sia dalla testimonianza di una dipendente”, scrivono i giudici. Per i quali è confermata “l’inattendibilità” di don Marco Gerardo, all’epoca dei fatti segretario particolare dell’ex arcivescovo di Taranto mons. Benigno Luigi Papa, in quanto avrebbe accreditato la tesi di Archinà, secondo cui quella somma fu consegnata alla Curia “quale donazione aziendale, come avveniva abitualmente durante l’anno”. Don Marco è indagato dalla Procura per false dichiarazioni al pm.

Intanto Fim, Fiom e Uilm hanno formalizzato una richiesta di chiarimenti all’Ilva, in merito ai presunti problemi sul pagamento degli stipendi, che alcune voci danno a rischio in seguito al sequestro dei prodotti. L’azienda, giorni addietro, aveva rassicurato i sindacati sul regolare saldo delle retribuzioni, dopo il ritardo sulle tredicesime. In un primo momento l’azienda aveva sostenuto che gli stipendi sarebbero stati liquidati entro l’11 gennaio, ché il 12 cade di sabato. Ma nel siderurgico il malumore è nuovamente ai livelli di guardia.

Gianmario Leone (Il Manifesto, 08.01.13)

 

 

admin

Recent Posts

Vietati i graffi auto: ufficiale, sanzione da 300 euro, pazzesco, oltre al danno la beffa I Paghi due volte: per riparare, e la multa

Vietati i graffi nelle automobili, questa volta partono ufficialmente sanzioni da oltre 300 €. Ecco…

4 ore ago

ABOLITA L’EVASIONE FISCALE: addio controlli, non rischi nulla I Zero multa, è tutto legale: ecco cosa fare

Grandissime e importantissime novità per gli italiani: potrete dire addio definitivamente ai controlli fiscali. A…

17 ore ago

Nelle pagine di storia si cela il nome di una donna che forse è stata la prima serial killer dell’antichità

Quando ancora non esisteva il termine in psicologia criminale, una serial killer ha operato indisturbata…

1 giorno ago

“Non devi fare più la colazione”: colesterolo e glicemia, altissimi rischi se continui a farlo tutte le mattine

Prendersi cura del proprio corpo passa anche dall’alimentazione: non devi saltare la colazione se vuoi…

1 giorno ago

Reddito di Emergenza 2025, arriva il LISTONE: ecco chi sono i beneficiari e cosa devono fare per intascare il malloppo

Importanti, anzi importantissime novità per i cittadini italiani: è stato approvato il reddito di emergenza…

2 giorni ago