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Decreto “salva Ilva”, Sebastio: «Alla Consulta chiediamo un contributo di chiarezza»

«Non c’è alcuna contesa tra organi dello Stato, ci siamo rivolti alla Consulta solo per chiedere un contributo di chiarezza». Lo ha detto questa mattina il procuratore della Repubblica Franco Sebastio nel corso di una breve apparizione nella sala del tribunale che avrebbe ospitato pochi minuti dopo una conferenza stampa organizzata dall‘Osservatorio ionico delle professioni per la salute e l’ambiente.

«Non è una novità – ha risposto Sebastio a chi gli chiedeva un commento sul ricorso presentato dalla Procura alla Corte Costituzionale contro il decreto legge 207, ormai denominato “salva Ilva” – si tratta di una cosa predisposta nei giorni scorsi». Il procuratore si è trattenuto solo pochi minuti per salutare i rappresentanti dell’Osservatorio impegnati nella prima uscita pubblica. Presentato come un laboratorio di idee, il progetto vede coinvolte dodici categorie professionali che intendono dare un contributo alla città in termini di esperienza e competenze per quanto concerne le problematiche ambientali.

Riflettori puntati soprattutto sul decreto “salva Ilva” varato dal Governo e approvato dal Parlamento con una larghissima maggioranza. «Sentiamo il dovere di spiegare ciò che sta accadendo ai nostri concittadini – ha dichiarato il presidente dell’ordine degli avvocati Angelo Esposito – ci troviamo in mezzo ad una vicenda kafkiana che vede la città divisa fra le esigenze del lavoro e quelle della salute. A noi sembra palese che il decreto varato dal governo ponga un problema serio di sospensione dei provvedimenti giudiziari. Se fosse stato intrapreso da un governo di qualunque matrice politica, sarebbe scoppiata una rivoluzione». Ha aggiunto Esposito: «E’ la prima volta un governo sospende un reato a tempo. E’ la prima volta che assistiamo ad una intromissione così invasiva ed efficace del governo e del legislatore rispetto alla magistratura. Bisogna salvare la città ed i cittadini. Non è serio dire che chi difende l’operato della magistratura è contro il lavoro. Siamo contro le divisioni in partiti».

Per il presidente dell’ordine degli avvocati non si può essere contro il lavoro o pro magistratura: «Noi dobbiamo spiegare alla città che se la procura è intervenuta è perché aveva il dovere di farlo. In un Paese civile e democratico bisogna rispettare le regole e chi non lo fa ne deve patire le conseguenze. Va spiegato che in un Paese che è la culla del diritto, non si può accettare che un decreto blocchi l’azione della magistratura e la ponga nel vago ed è abbastanza curioso che venga concessa una Autorizzazione integrata ambientale ad una società posta sotto sequestro ed i cui vertici sono fatti oggetto di misure cautelari ed uno di essi è latitante». Un dettaglio, quest’ultimo, che nessuno dovrebbe ignorare o fingere di dimenticare.

Alessandra Congedo

 

 

 

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