Secondo Stefàno “quello che ha dato il maggiore peso specifico alla voce della protesta e della rivendicazione è l’altissimo sentire comune dell’intera città in ordine a queste emergenze che vanno risolte senza se e senza ma. La città di Taranto chiede, pertanto, che al primo posto nella “Legge per Taranto” vi sia la lotta all’inquinamento ed il diritto alla salute e che, quindi, comprenda in maniera prioritaria la valutazione del danno sanitario». Segue un passaggio che accresce il nostro stupore (concedeteci un pizzico di ironia): «Vogliamo dunque sapere quali sono le condizioni attuali di inquinamento, per poter valutare, nei prossimi mesi, gli effetti positivi degli interventi che sono stati programmati nell’Aia. Siamo, inoltre, certi che la Commissione Bilancio, sostenuta dall’intero Parlamento, approverà la deroga al patto di stabilità per la Sanità e ciò determinerà condizioni accettabili per garantire un offerta di servizi in grado di fronteggiare l’emergenza».
Poi la “chicca” finale: «Chiediamo al Governo nazionale che la prevista figura del Garante sia ricoperta da un magistrato del Tribunale di Taranto, che permetterà ai cittadini di partecipare direttamente al controllo sullo stato di attuazione delle fasi del crono-programma sancito dall’Aia. Al Governo, dunque, chiediamo di mantenere fede all’impegno preso per dare risposte all’emergenza ambientale e sanitaria sopracitate, non trascurando le altre emergenze abitativa e sociale a suo tempo già poste all’attenzione di codesta Presidenza».
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