Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa di Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina onlus.
Dalla visione accurata del video, si può notare che, nella discarica Mater Gratiae, in gestione all’Ilva, confluiscono materiali di tutti i generi, compresi sacconi “big bag” che si presentano spesso lacerati e presumibilmente pieni di amianto, così come si evince dalla etichettatura (“a”) sovraimpressa, prevista per legge, secondo il codice C.E.R. I suddetti sacconi sembrano sparsi ovunque, addirittura alcuni semiseppelliti dalle scorie (ancora calde), presumibilmente derivanti dagli scarti di acciaieria. Queste scorie potrebbero causare la combustione dei rifiuti e danneggiare lo stesso telo di contenimento e di impermiabilizzazione della discarica. In alcune sequenze del video, si può anche osservare una scavatrice passare con i suoi cingoli di acciaio sopra i sacchi, due dei quali paio sembrerebbero anche riportare la tipica etichettatura “amianto”.
Per tali motivi, potrebbero ravvisarsi situazioni di pericolo per la salute degli operai che lì lavorano. Le immagini, infatti, evidenzierebbero la presunta assenza di condizioni di sicurezza per la mancanza di adeguata attrezzatura protettiva. Altresì, si chiede al magistrato, se ci possano essere pericoli per la popolazione residente in prossimità della suddetta discarica. Questo motivato dalla possibile diffusione di fibre di amianto o di altre sostanze pericolose disperse dal vento, soprattutto in caso di perturbazioni meteorologiche violente. Si ricordino, a riguardo, i danni materiali provocati dal passaggio della tromba d’aria del 28 novembre scorso. Infine, si chiede di verificare, dopo quanto sopra segnalato, se sussistano tutte le autorizzazioni allo scarico dei materiali suddetti e se lo smaltimento avviene a norma di legge in tutta l’area della discarica Mater Gratiae, compresa la zona relativa al nuovo ampliamento”.
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