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Ilva, Ranieri: «Altro che Pil, qui ci sono due morti al mese»

TARANTO – «Siamo per il rispetto della legalità. Il gip ha detto che gli impianti dell’area a caldo vanno fermati e risanati, altrimenti l’azienda non può produrre e noi a questo ci atteniamo». Cataldo Ranieri, uno dei portavoce del comitato “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, commenta così le ultime notizie arrivate da Roma. Da mesi aveva espresso la sua preoccupazione per un eventuale provvedimento “salva Ilva” da parte del Governo e ora che il decreto è cosa fatta, Ranieri manifesta tutta la sua indignazione sia come cittadino che come lavoratore dell’Ilva.

«Mi vergogno di essere rappresentato da questo Stato – è il suo sfogo – il Governo avrebbe dovuto prendere la proprietà dell’Ilva per il collo e invece ha preferito essere accondiscendente dandogli la possibilità di tornare a produrre. Una domanda vorrei fare al ministro dell’Ambiente e al presidente del Consiglio: con che coraggio sono disposti a sacrificare la vita di due persone al mese? E se fossero i loro figli e i loro nipoti a rischiare?».

Emerge, quindi, tutta l’amarezza davanti ad un provvedimento che mira ad annullare anni di lavoro della magistratura, vista come l’unico baluardo in difesa del diritto alla salute, che la stessa Costituzione definisce prioritario rispetto a tutti gli altri. «A questi governanti interessa soltanto il pil, non la vita delle persone – attacca Ranieri – continuano a dire che la fermata dell’Ilva avrebbe un impatto negativo sull’economia stimato in 8 miliardi di euro annui. Non pensano al dramma dei cittadini del quartiere Tamburi, costretti a vivere a poche centinaia di metri dai parchi minerali più grandi d’Europa».

Davanti a quello che appare come l’ennesimo colpo di mano da parte delle istituzioni contro un territorio privo di difese, il comitato dei “liberi e pensanti” non ha alcuna volontà di cedere alla rassegnazione. «Il prossimo 15 dicembre ci sarà una grande manifestazione, priva di loghi e bandiere – spiega Ranieri – il nostro obiettivo è quello di aggregare quanta più gente è possibile. Avremmo tutte le ragioni per fare le barricate, ma non accadrà. Faremo ostruzionismo contro il provvedimento del Governo, ma sempre in maniera non violenta».

Alessandra Congedo (Il Manifesto)

 

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