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Ilva, domani Altamarea sarà ascoltata dalla commissione Lavoro del Senato

L’associazione “ALTAMAREA contro l’inquinamento” ha assicurato al sen. Pasquale Giuliano, presidente della Commissione lavoro e previdenza sociale del Senato, la propria presenza all’audizione di martedì 13 novembre alle ore 16 presso l’Aula della Commissione a Roma in via degli Staderari 4. L’audizione avviene nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle conseguenze occupazionali derivanti dagli effetti della crisi economico-finanziaria, con specifico riferimento alla questione Ilva di Taranto.

ALTAMAREA sintetizzerà l’attività svolta per anni verso le Istituzioni nazionali, regionali e locali per contrastare la loro incredibile sottovalutazione del problema Ilva. Esso, invece, richiedeva e richiede la massima attenzione dell’intero Paese, cosa che si è verificata solo dopo i rigorosi provvedimenti della Magistratura del 26 luglio 2012 che ha ordinato gli arresti domiciliari per i massimi vertici aziendali ed il sequestro preventivo senza facoltà di uso degli impianti della cosiddetta “area a caldo” con conseguenze sull’intero stabilimento. Saranno esposte quindi le ragioni per cui è urgente prendere atto di una situazione gravissima irrimediabilmente compromessa e pensare al futuro, immediatamente. E’ necessario interrompere quello che si potrebbe classificare come “accanimento terapeutico” per tenere in vita uno stabilimento che, nella mostruosa configurazione attuale, è privo di futuro, le cui emissioni inquinanti provocano morti e malattie ormai certificate anche dalle massime autorità sanitarie.

Saranno rappresentati lo sconcerto e l’indignazione  provocati dalle dichiarazioni del ministro Corrado Clini pubblicate dalle agenzie e sulla stampa che ventilano ricorsi contro “la Procura di Taranto per la mancata applicazione dell’AIA”.(vedasi, tra gli altri, Il Sole 24 oredel 10 novembre 2012, pag. 17). Possibile che il prof. Paolo Dell’Anno, docente alla Bocconi di diritto amministrativo e penale dell’ambiente nonché Consigliere giuridico del ministro Clini, non riesca a fargli capire che la Procura della Repubblica sta eseguendo i provvedimenti emessi dal Tribunale (G.i.p., Riesame, Esecuzione, ecc.) per cui il ricorso dovrebbe farlo contro il Tribunale di Taranto, cioè contro la Magistratura? Possibile che non riesca a fargli capire l’enorme differenza che c’è tra un atto amministrativo, qual’è l’Autorizzazione Integrata Ambientale, peraltro gravemente e colpevolmente omissivo, e un provvedimento penale conseguente a reati gravissimi?

Il ministro Clini vuole testardamente tenere in esercizio quegli impianti contro il parere dei cittadini e dei lavoratori e contro i provvedimenti della Magistratura. Egli ventila abnormi ricorsi che avrebbero il solo risultato di allungare i tempi per il redde rationem e di permettere ad Ilva di organizzare al meglio la ritirata. Il ministro Clini, membro del “Governo tecnico”, non possiede il brutale cinismo politico del suo predecessore Prestigiacomo che fece approvare dal Governo Berlusconi a ferragosto 2010 il Decreto legislativo 155/2010 sul benzo(a)pirene, definito “salvazienda”, che impedì così che si affrontasse due anni fa il problema enorme delle emissioni delle cokerie dell’Ilva di Taranto.

Nessuno avrà  la spregiudicatezza di imporre, ope legis, ai cittadini di Taranto ed ai lavoratori dell’Ilva di continuare a subire le morti e le malattie che subiscono da decenni com’è acclarato e riconosciuto dal ministro Balduzzi, “tecnico” anch’egli. In commissione Lavoro del Senato ALTAMAREA rappresenterà anche alcune idee sul futuro e soprattutto manifesterà l’esigenza di una legge speciale per Taranto, per affrontare quella che si avvia a diventare per l’Italia la più grave emergenza sociale oltre che sanitaria ed economica. Non si tratta di un regalo, ma del risarcimento da parte dello Stato, anch’esso attore prima e spettatore distratto poi dei delitti commessi verso una grande comunità.

Per ALTAMAREA  Biagio De Marzo

 

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