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Ilva, Altamarea: «L’Aia riesaminata è un delitto contro Taranto e Statte»

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di Altamarea che ha come destinatari il presidente della Repubblica, i presidenti di Camera e Senato, il presidente del Consiglio dei Ministri e il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.

“La situazione attuale di Taranto, a tutti nota anche in virtù del grande clamore mediatico nazionale, è quella che dal 26 luglio 2012 vede 6 settori impiantistici della cosiddetta area a caldo sotto “sequestro preventivo senza facoltà di uso” e Emilio Riva, Nicola Riva e Luigi Capogrosso agli arresti domiciliari incolpati di disastro ambientale. Il 18 ottobre 2012 la delegazione di Altamarea ha partecipato alla Conferenza dei Servizi convocata dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per le determinazioni sul Parere Istruttorio Conclusivo sul riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale di Ilva Taranto rilasciata il 4 agosto 2011, già da noi giudicata erronea, ingannevole, inidonea e del tutto inadeguata per ridurre l’inquinamento di origine industriale con i suoi effetti disastrosi sull’ambiente e sulla salute dei cittadini e degli stessi lavoratori.

Il ministro Corrado Clini, che non ha partecipato alla Conferenza dei Servizi, nella tarda serata dello stesso 18 ottobre ha indetto la conferenza stampa con l’annuncio del rilascio dell’AIA “riesaminata” che diverrà operante appena pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Tale annuncio è avvenuto a pochissimi minuti dalla fine della Conferenza dei Servizi, senza che ci fosse stato materialmente il tempo per far conoscere compiutamente al ministro quello che era accaduto nelle sei ore di durata della CdS.. Ciò dimostra che tutto era stato deciso prima e che la CdS era una meschina foglia di fico per cercare di nascondere inguardabili brutalità. Siamo, quindi, in presenza di atti e comportamenti dittatoriali, fatti dietro il paravento di ossequio formale alle regole, degni di personaggi autoritari che si travestono da democratici. Contro il PIC si erano pronunciati in maniera argomentata tutte le associazioni e ad esso si erano opposti anche i custodi giudiziari nominati dal Tribunale. Tutto inutile. Chi ha approvato quel PIC e quindi il rilascio dell’AIA “riesaminata” è complice di coloro i quali si sono macchiati e si macchieranno dei delitti individuati e perseguiti dalla Magistratura. Di quello che ha detto il ministro Clini conosciamo solo i virgolettati dei giornali.

Di essi il più inquietante è: “Vuol farmi dire se il provvedimento va in conflitto con l’azione della magistratura? Le rispondo che l’azienda deve comportarsi in base alla legge, e l’AIA per legge autorizza l’impresa a produrre.” Cos’altro vuol dire se non che l’Ilva deve continuare a produrre anche con gli impianti sequestrati senza facoltà di uso? Il ministro sbaglia completamente: la legge stabilisce che le aziende siano autorizzate a produrre, ma non dice che l’autorizzazione può essere concessa senza il rispetto delle norme. Noi da cinque anni sosteniamo e documentiamo che l’AIA del 4 agosto 2011 e quella “riesaminata” sono piene di inosservanze di norme vigenti. Siamo stanchi di documentare le illegalità, le falsità e i soprusi commessi o tollerati dalle Istituzioni nella vicenda Ilva in cui sono in corso anche indagini su possibili atti corruttivi che coinvolgono parecchie persone.

Siamo stanchi di dover portare queste vicende nelle aule dei Tribunali normali o amministrativi in cui, spesso, sulla verità e sul buon senso prevalgono i cavilli e gli artifici giuridici che, comunque, dilatano a dismisura i tempi. Se il Governo e tutte le Istituzioni coinvolte, con il rilascio dell’AIA “riesaminata” hanno deciso di accelerare lo scontro con la Magistratura e, implicitamente, di innescare una rivolta civica dalle conseguenze inimmaginabili, sappiano che noi saremo dalla parte della Magistratura e che attiveremo ogni forma di disobbedienza civile, ben sapendo che anche i regolamenti militari prevedono la non obbedienza a ordini illegittimi. Il Governo e tutti quelli che hanno approvato o approveranno quell’AIA “riesaminata” abbiano il coraggio e l’onestà di dire ai cittadini di Taranto e di Statte che essi sono e continueranno ad essere l’agnello sacrificale immolato all’idolo della mala politica industriale dell’Italia”.

Biagio De Marzo presidente di “ALTAMAREA”

 

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