Ma appunto perché anche operai dell’Ilva, la grande vertenza in essere, non può che riguardare anche la difesa del diritto al lavoro: “Noi poniamo anche il problema di migliaia di lavoratori: problema di reddito e non di ammortizzatori sociali, perché noi vogliamo lavorare. Non vogliamo il male della nostra città, ma chiediamo che si pensi al futuro dei lavoratori adesso che gli impianti stanno per fermarsi davvero”: azione che dovrà essere garantita anche e soprattutto dallo Stato, che ha gestito l’azienda siderurgica ex Italsider per ben 35 anni, per poi “svenderla al Gruppo Riva, disinteressandosi di ciò che avveniva all’interno del siderurgico, anche sotto forma di controlli sull’inquinamento e sul rispetto del diritto della salute dei lavoratori e dei cittadini”.
Ma se Taranto e l’Italia oggi rischiano di perdere la più grande azienda siderurgica europea, per il comitato “la colpa é solo di Riva afferma Ranieri -. Non é che l’Ilva non abbia i soldi per investire: il punto é che non vuole assolutamente effettuare tutti quegli interventi richiesti dalla magistratura e oramai non più rinviabili per risanare il siderurgico di Taranto”. Per tutti questi motivi, il comitato “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, ha organizzato una manifestazione per sabato 13 ottobre, chiamando a raccolta tutta la città: “I cittadini non devono vederci come loro nemici: noi vogliamo unire la cittadinanza e gli operai tutti, per tutelare l’ambiente e il lavoro: il principio, del resto, è sempre lo stesso: “Sì ai diritti, No ai ricatti. Per tutelare dei diritti inviolabili: occupazione, salute, reddito e ambiente”.
Gianmario Leone (Il Manifesto)
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