Si legge in un comunicato di Legambiente: “Al Governo in primo luogo, e alla politica, per decenni colpevolmente assente sull’inquinamento prodotto dal siderurgico e dagli altri impianti del polo industriale di Taranto, chiediamo non i ricorsi alla Corte Costituzionale, ma un cronoprogramma serio con provvedimenti di immediata esecuzione per impedire che l’Ilva continui a inquinare e a provocare malattie e morti. Continuiamo a credere che ambiente e lavoro siano le due facce inscindibili della stessa medaglia e che non è accettabile da una società che voglia dirsi civile ed evoluta ricattare i propri cittadini ponendoli di fronte all’atroce scelta tra salute e lavoro.Continuiamo a sostenere che solo una radicale inversione di rotta nella politica industriale del nostro paese e nella gestione di un colosso siderurgico come l’Ilva – che vada nel segno della piena tutela della salute e dell’ambiente – possa garantire un futuro all’industria italiana”.
SENZA APECAR – Il questore di Taranto, oltre a vietare qualsiasi corteo per domani, ha anche ”interdetto l’utilizzo del nostro Apecar che viene definito nell’ordinanza un pericolo per l’incolumita’ pubblica. Evidentemente ha gia’ fatto piu’ danni di un F-35”. Lo ha detto il portavoce del Comitato cittadini e lavoratori liberi pensanti, Cataldo Ranieri, parlando con i giornalisti.
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