Categories: Attualità

Ilva, ieri l’ennesimo incontro a Bari

TARANTO – Resta un mistero il perché s’incontrino da mesi a Bari nella sede della Regione, per discutere dei problemi dell’Ilva. Sarà per mera moda istituzionale, ma così agendo non fanno altro che aumentare il distacco tra la politica e i problemi reali dei cittadini. Ciò detto, nel pomeriggio di ieri, dopo aver visto in mattinata i sindacati (“con i quali c’è massimo dialogo e grande sintonia”), il presidente dell’Ilva Ferrante ha incontrato il Presidente della Regione Puglia, Vendola. All’incontro hanno partecipato anche il Presidente della Provincia di Taranto Florido e il Sindaco della città Stefàno, che al termine hanno incontrato sindacati e Confindustria. Durante il vertice, Ferrante ha ribadito la linea dell’azienda: il punto di partenza, che poi combacia con la linea difensiva adottata dai legali dell’Ilva, è che a Taranto non “ci sia un’emergenza ambientale e sanitaria tale da giustificare misure così drastiche da parte della magistratura”. Per questo l’azienda “si difenderà in tutte le sedi contro la decisione del GIP che ferma la produzione”.

Nonostante ciò, Ferrante ha ribadito che “la nostra linea resta quella del dialogo. Faremo anche più di quanto già concordato per mettere in sicurezza gli impianti e bonificare Taranto. In cambio abbiamo chiesto tempi rapidi per la nuova Aia”. Sempre nella mattinata di ieri, Ferrante ha incontrato all’Ilva i quattro custodi giudiziari, ai quali ha manifestato ampia disponibilità. Facendo chiarezza su quanto avverrà nei prossimi giorni all’interno dell’Ilva: “Saranno i custodi a prendere decisioni sugli impianti sequestrati e a parlarne col gip. Noi dobbiamo rispettare questa procedura. Ilva non ha in questo momento capacità decisionale e di intervento sugli impianti sequestrati. Noi offriremo soluzioni e daremo un nostro parere sulle cose da fare d’accordo con la Regione e con il governo nazionale’”.

Di contro Vendola, dopo aver usato una delle sue solite metafore per definire l’attuale situazione (“incendiare Taranto significa lasciare cenere e macerie”), ha dichiarato che “l’Ilva deve mantenere i propri impegni, renderli nero su bianco nelle prossime ore e consegnare al GIP e ai Pm un cronoprogramma preciso nei tempi di attuazione negli impegni, così come noi dobbiamo continuare a svolgere quello che abbiamo previsto di fare nel protocollo d’intesa con il Governo”. Vendola, che tramite la cabina di regia della Regione dovrà gestire i 336 mln di euro
stanziati nel protocollo d’intesa, prova a gettare acqua sul fuoco, ribadendo che “una situazione complessa come questa merita massimo spirito di mediazione; le opposte fazioni, scatenate le une contro le altre non giovano né alla causa del futuro Ilva, né del diritto alla salute e all’ambiente per Taranto”.

Il cui sindaco Stefàno, dopo aver chiuso con Ordinanza Sindacale gli uffici comunali ad eccezione dei servizi essenziali, per le giornate del oggi e giovedì, con la normale attività amministrativa che riprenderanno venerdì, ha dichiarato che “Taranto ha bisogno di certezze. Abbiamo il diritto di sapere cosa fare per ridurre l’inquinamento e come affrontare i problemi della città. Non dobbiamo dividerci: ma trovare il punto d’incontro tra rispetto dell’ambiente e del lavoro”. Infine sulla decisione del Gip il sindaco resta sul vago: “Noi non giudichiamo l’azione della magistratura, ma temiamo per le conseguenze…”.

Gianmario Leone (Il Manifesto)

 

 

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