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Legamjonici: “La raffineria Eni non ci convince”

TARANTO – Apprendiamo che, secondo quanto comunicato dal direttore Carlo Guarrata, la raffineria di Taranto, avrebbe ottenuto di recente la validazione del rapporto di sicurezza. Tale
notizia giunge, non dimentichiamolo, a conferma di uno stato di perdurante inottemperanza da parte dell’azienda a prescrizioni che risalgono al 2009 e al 2010.

Non ci conforta sapere che la raffineria di Taranto ha necessità di sentire ‘il fiato sul collo’ del Comitato Tecnico Regionale (l’organismo di controllo sulla sicurezza di impianti a rischio di incidente rilevante), peraltro estremamente indulgente con l’azienda, o da parte delle associazioni, per garantire un minimo di sicurezza alla città.

L’aspetto ‘sicurezza’ è ancora tutto da discutere dato che la direttiva Seveso, recepita dall’Italia, con le successive modifiche e integrazioni, prevede di porre particolare attenzione alla collocazione di nuovi impianti per evitare di accrescere il rischio di incidente rilevante con
‘effetto domino’. Il progetto Tempa Rossa, che riguarda anche la raffineria di Taranto, ignora del tutto questo aspetto.

Legamjonici, sebbene non tenuta ad informare la popolazione sullo stato della sicurezza degli impianti della raffineria o di altre aziende, solo grazie alla sua caparbia azione di vigilanza ha potuto svelare lo stato di perdurante inadeguatezza degli impianti della raffineria, sui quali nutre ancora forti dubbi, anche alla luce dello sversamento di idrocarburi, verificatosi in Mar Grande (nel gennaio scorso), oggetto di indagini con possibili responsabilità penali per la raffineria Eni R&M di Taranto.

Il comitato rinnova, pertanto, al Sindaco di Taranto l’invito ad applicare la massima cautela nel rilascio di autorizzazioni sia in relazione agli aspetti connessi alla sicurezza sia in relazione al rispetto delle prescrizioni A.I.A. per il rilascio incontrollato di sostanze nocive in tutte le matrici ambientali. In relazione al nuovo progetto Enipower, nella precedente nota, il comitato ha inoltre sollevato aspetti cruciali connessi alla V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), quali la necessità di rivedere l’iter autorizzativo dei due metanodotti (poichè si fa riferimento ad una centrale a turbogas da 240 Mwe), la necessità di procedere mediante V.I.A. unica per progetti connessi l’uno all’altro (metanodotti, hydrocracking e centrale termoelettrica), valutando l’impatto ambientale delle opere nel loro complesso

Il comitato Legamjonici formulerà ulteriori osservazioni al nuovo progetto, presentato dopo la rinuncia da parte di Enipower al progetto che prevedeva un incremento di CO2, CO ed una
scarsa riduzione di NOx. Il progetto fu presentato dall’azienda con finalità di ‘risanamento ambientale’. A quella finalità il comitato non ha mai creduto, ed è per questo che terrà alta l’attenzione.

Daniela Spera- Responsabile del Comitato Legamjonici

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