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Sversamenti in Mar Grande, l’Ilva parla di allarmismo ingiustificato

TARANTO – Ieri la presentazione di un esposto da parte di Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina Onlus, con il quale si denunciano sversamenti sospetti in Mar Grande, proprio davanti agli scarichi dell’Ilva. Oggi, la reazione dell’azienda che scende nuovamente in campo con una nota stampa. Il tenore del comunicato, stavolta, è di altro tenore rispetto al precedente, datato 20 giugno, nel quale si negava ogni responsabilità e si annunciavano provvedimenti per tutelare l’immagine dell’Ilva nelle sedi giudiziarie competenti. Azioni che sarebbero state rivolte anche contro i giornalisti che avevano divulgato il video-denuncia pubblicato dall’ambientalista il 19 giugno. In questa occasione, il gruppo Riva avverte l’esigenza di soffermarsi sulla vicenda e di argomentare scaricando le responsabilità dell’inquinamento sui primi decenni di attività industriale. Riportiamo integralmente il testo della nota stampa.

Alessandra Congedo

“In riferimento agli ultimi avvenimenti riguardanti lo stato dei sedimenti presenti sui fondali marini nella zona antistante i canali di scarico dello stabilimento Ilva, l’Azienda tiene a precisare come tale condizione sia ben nota da tempo a tutta la comunità scientifica e alle Autorità locali e nazionali.

Tale situazione trova le sue origini nei primi decenni di attività delle realtà industriali insediate nel territorio e già nel passato è stata oggetto di specifici studi condotti in particolare dal CNR – Istituto Talassografico “Cerruti” di Taranto.

Non a caso l’Area in oggetto è stata inserita nella perimetrazione del SIN (Sito di Interesse Nazionale) di Taranto ed è stata caratterizzata, nell’ambito del Programma Nazionale di Bonifica e di Ripristino Ambientale (D.M. 18.09.2001, n. 468), dalla Società ICRAM.

Il Gruppo RIVA, sin dal suo insediamento nello stabilimento di Taranto ed al fine di ridurre il proprio impatto sull’ambiente marino, ha avviato un approfondito esame di tutti i sistemi di depurazione delle acque reflue che ha portato ad un investimento di circa 110 milioni di euro per la realizzazione di nuovi impianti e all’ammodernamento tecnologico e al potenziamento di quelli esistenti. Questi investimenti sono stati inseriti nell’ambito del Piano di Adeguamento dello stabilimento alle Migliori Tecniche Disponibili, con l’ottenimento di notevoli riduzioni delle concentrazioni  degli inquinanti caratteristici presenti nelle acque di scarico.

Inoltre, il sistema degli scarichi finali ILVA è sottoposto a controllo periodico da parte del Dipartimento Provinciale dell’ARPA Puglia e dal 2005 sui canali di scarico sono installati sistemi di campionamento in continuo, con prelievi delle acque scaricate a disposizione dell’Autorità di Controllo.

Infine, viene svolta una costante attività preventiva con presidio di personale ILVA ai canali di scarico e con l’ausilio della Società ECOTARAS, nell’ambito dell’esistente contratto consortile, per quanto riguarda gli specchi di mare antistanti i canali di scarico dello stabilimento”.

 

 

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