Un appuntamento che doveva servire a fare il punto dopo la recente e dolorosa decisione assunta dal tavolo tecnico regionale che prevede la distruzione del prodotto adulto allevato nel primo seno di Mar Piccolo. Una condanna dovuta all’accertamento di alti valori di Pcb (policlorobifenili) nei campioni prelevati lo scorso 21 maggio: una media di 7,5 picogrammi al grammo quando il valore limite è 6,5.Il danno stimato dagli operatori ittici è di circa 4 milioni di euro. Una batosta senza precedenti se si considera che l’anno scorso fu distrutta solo una parte della produzione.
E proprio ieri il dottor Teodoro Ripa, direttore dei Servizi Veterinari della Asl, ha emesso una nuova ordinanza che dispone la raccolta e la distruzione di tutti i mitili di taglia commerciale del primo seno di Mar Piccolo. «Il provvedimento è stato prontamente notificato al sindaco, al prefetto e al questore – ha spiegato Ripa – non è stato indicato un termine perentorio per consentire al Comune di organizzarsi come ritiene più opportuno».
Tornando alla riunione tenutasi nel pomeriggio, il comandante Michele Matichecchia, responsabile del Centro Ittico Tarantino, ha indicato il percorso da seguire. «Il primo passo consiste nella regolarizzazione di tutte le concessioni – ha spiegato al Corriere – solo dopo sarà possibile accedere ai finanziamenti regionali. Il nostro obiettivo è quello di velocizzare al massimo le procedure. Nei prossimi giorni terremo un altro incontro».
Le associazioni di categoria hanno chiesto di invitare a Taranto l’assessore regionale alle risorse agroalimentari Dario Stefàno al fine di tracciare un percorso comune. Da parte di Confcommercio sarebbe stata richiesta l’istituzione di un tavolo politico sull’emergenza cozze, aperto anche ai consiglieri regionali. Tra gli operatori ittici, intanto, cresce sempre più l’insofferenza davanti ai tempi lenti delle istituzioni. Sotto accusa ci sono soprattutto Regione e Comune.
«Vogliamo avere certezze sui risarcimenti, non possiamo perdere altro tempo: ci devono dire chi, come e quando risarcirà i danni – insiste Palumbo – vogliamo chiarezza anche sulle fonti inquinanti. Il sindaco dice di conoscerle ma non fa nomi. Perché? E poi, chi sosterrà i costi per la distruzione dei mitili? E’ da un anno che gli allevatori del primo seno non guadagnano un euro. A loro non si possono chiedere altri sacrifici».
Alessandra Congedo
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