Come riportato da diversi quotidiani nazionali, Merlo è stato esplicito: «Un milione di metri quadri a Genova sono assegnati a un operatore privato perché c’era un progetto legato alla siderurgia, mi riferisco alle aree Ilva di Cornigliano. Ma il mondo negli ultimi cinque anni è cambiato, sia dal punto di vista della produzione siderurgica, sia del mercato. Il privato ha fatto investimenti rilevanti, ma é arrivato il momento di usare parte di quelle aree con altre funzioni e vocazioni. I candidati se la sentono di ridiscutere l’accordo di programma di Cornigliano? E come? – ha concluso Merlo -. Porto e lavoro, sono due parole che avrei voluto sentire di più in campagna elettorale».
Una proposta, quella lanciata da Merlo, che arriva mentre Genova è nel pieno della campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco. Nella stessa città che ha avuto il coraggio di imporre la chiusura dell’area a caldo dell’Ilva, quella più inquinante, c’è un presidente dell’Autorità Portuale che sfida i politici chiedendo un nuovo e decisivo passo verso ipotesi di sviluppo alternativo alla siderurgia. Un coraggio che dalle nostre parti manca ancora a molti…
Alessandra Congedo
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