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Ilva, si attende la decisione del Tar sull’ordinanza del sindaco Stefàno

TARANTO – E’ prevista per le prossime ore la decisione del Tar di Lecce sul ricorso presentato dall’Ilva contro l’ordinanza del sindaco Stefàno che obbligava l’azienda a compiere una serie di interventi a tutela dell’ambiente. Lo scorso 20 marzo il provvedimento era stato sospeso. L’udienza era stata fissata per oggi. In attesa di sapere come si concluderà la partita che avrebbe visto un acceso confronto tra i legali dell’Ilva e del Comune, ci soffermiamo sulle tesi portate avanti dalle parti.

Nell’atto di costituzione del  Comune di Taranto, affidato all’avvocato Massimo Moretti e depositato lo scorso 7 aprile, si fa rilevare che l’ordinanza del sindaco è adeguatamente motivata in merito all’allarme sanitario legato all’acquisizione da parte del Comune della relazione tecnica prodotta dai periti nominati dal gip Patrizia Todisco nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento Ilva. Inoltre, si fa riferimento  alla relazione del Noe che fa emergere un quadro molto preoccupante in merito alle emissioni in atmosfera riconducibili allo “slopping”, ad un improprio utilizzo delle torce presenti nelle acciaierie, e alle emissioni convogliate e diffuse. Si sottolinea, inoltre, che i controlli effettuati dal Noe sono tra i pochi (se non gli unici) ad essere stati effettuati senza alcun preavviso all’azienda. Pertanto, molto più credibili di altri controlli che invece vengono concordati.

Nell’atto di costituzione viene contestata la tesi dell’Ilva secondo la quale a Taranto non vi sarebbe alcuna emergenza sanitaria e ambientale. L’avvocato Moretti cita i risultati della perizia chimica e di quella epidemiologica che raffigurano una situazione decisamente inquietante, senza dimenticare il rapporto di Arpa Puglia riguardante il monitoraggio diagnostico del benzo(a)pirene dal quale si evince lo sforamento dei limiti di emissione direttamente riferibile all’attività del siderurgico. Prevedibile la richiesta da parte del legale del Comune di revocare la sospensione dell’ordinanza e di rigettare il ricorso dell’Ilva perchè inammissibile e infondato.

Di diverso avviso, ovviamente l’azienda, che considera le due perizie errate e fuorvianti. Su quella medica i legali dell’azienda fanno notare che l’emergenza sanitaria e ambientale viene ricondotta alle emissioni di PM10 attribuendole per intero all’Ilva senza tenere conto delle altre realtà industriali, dalla Raffineria Eni alla Cementir passando per gli inceneritori. Riguardo alla perizia chimica, gli avvocati affermano che fa riferimento ad una direttiva europea (2010/75/UE)  non ancora adottata dall’Italia (il termine scadrebbe il 13 gennaio 2013). In merito al rispetto della nuova generazione di Bat, si dichiara che l’Ilva non è tenuta ad attenersi poiché tale obbligo scatterà al rinnovo dell’attuale Autorizzazione Integrata Ambientale.  Questi sono solo alcuni passaggi del confronto. Ora non ci resta che attendere come andrà a finire.

Alessandra Congedo



 

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