Un momento critico si è presentato quando un mitilicoltore ha chiesto di procedere con un bando di gara per assegnare le nuove aree davanti al Lungomare. La scelta di questa procedura implicherebbe un iter più lungo (almeno due settimane, secondo fonti del Comune). Per Matichecchia, però, questa esigenza non ci sarebbe: “Non si tratta di un’assegnazione definitiva – ha spiegato il dirigente a Inchiostro Verde – ma di una sistemazione provvisoria, in una situazione di emergenza, che coinvolgerà solo gli operatori del primo seno di Mar Piccolo in possesso di regolare concessione”.
L’assessore comunale all’Ambiente, Sebastiano Romeo, ha confermato che il 29 marzo verranno aperte le buste per l’acquisto delle boe occorrenti per perimetrare le nuove aree in Mar Grande. Intanto, lo spazio a disposizione della mitilicoltura si è ridotto a meno di 400.000 metri quadrati, quando in origine ne servivano circa un milione. Un’ulteriore riduzione si è resa necessaria per andare incontro alle esigenze dei circoli velici che operano in quel tratto di mare e che hanno bisogno di appositi corridoi di accesso. E’ questa la paradossale realtà dei fatti: in una città di mare come Taranto, nota ovunque per le sue cozze, la mitilicoltura è costretta ad accontentarsi delle briciole. E deve anche temere di perdere il novellame, rimasto ancora nelle acque del primo seno di Mar Piccolo e, quindi, a rischio contaminazione (Pcb).
Alessandra Congedo
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