I regolamenti in questione sono stati emanati su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, del Ministro dello sviluppo economico e dei Ministri competenti per materia, dopo aver ovviamente ascoltato il parere, favorevole, delle associazioni imprenditoriali. In base ai nuovi principi, ci sarà una “proporzionalità dei controlli e dei connessi adempimenti amministrativi al rischio inerente all’attività controllata, nonché alle esigenze di tutela degli interessi pubblici; l’eliminazione di attività di controllo non necessarie rispetto alla tutela degli interessi pubblici; il coordinamento e la programmazione dei controlli da parte delle amministrazioni in modo da assicurare la tutela dell’interesse pubblico evitando duplicazioni e sovrapposizioni e da recare il minore intralcio al normale esercizio delle attività dell’impresa, definendo la frequenza e tenendo conto dell’esito delle verifiche e delle ispezioni già effettuate; la collaborazione amichevole con i soggetti controllati al fine di prevenire rischi e situazioni di irregolarità; la informatizzazione degli adempimenti e delle procedure amministrative, secondo la disciplina del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante codice dell’amministrazione digitale; la soppressione o riduzione dei controlli sulle imprese in possesso della certificazione del sistema di gestione per la qualità (UNI EN ISO-9001), o altra appropriata certificazione emessa, a fronte di norme armonizzate, da un organismo di certificazione accreditato da un ente di accreditamento designato da uno Stato membro dell’Unione europea ai sensi del Regolamento 2008/765/CE, o firmatario degli Accordi internazionali di mutuo riconoscimento (IAF MLA)”.
Dunque, siccome le disposizioni dell’articolo 14 non saranno applicate ai controlli in materia fiscale e finanziaria (per i quali continuano a trovare applicazione le disposizioni previste dalle vigenti leggi in materia), è evidente che il tutto riguarderà i controlli in materia di inquinamento ambientale e di sicurezza sul lavoro. In pratica, stando a quanto previsto dall’art. 14, nella speranza che esso venga cancellato nei prossimi sei mesi o quanto meno migliorato, ci troveremo nella paradossale situazione per cui ogni organo di controllo, in primi gli enti come l’Arpa o l’Asl, dovranno chiedere il permesso sotto forma di preavviso per effettuare i loro controlli. Questo in pratica comporterà non solo la diminuzione degli stessi, visto e considerato che un’azienda può anche rifiutarsi, ma anche e soprattutto eliminerà il così detto effetto sorpresa, visto che bisognerà preavvisare le aziende dell’arrivo dei controlli. Il tutto, ovviamente, dovrà avvenire attraverso una “collaborazione amichevole”. Una vera e propria beffa per diverse città italiane, compresa ovviamente Taranto, da anni in lotta contro le aziende inquinanti che invece possono tirare un bel sospiro di sollievo. Evidentemente per il governo dei tecnici di Mario Monti, il termine “semplificare” perde l’accezione di “chiarire” o “ridurre ai “minimi termini”, ma per gli amici industriali va inteso nell’accezione peggiore per i cittadini in termini di inquinamento e per gli operai in termini di sicurezza: ovvero “facilitare”, “agevolare” e “favorire”, senza controlli e senza disturbare. Che non si sa mai.
Gianmario Leone
g.leone@tarantooggi.it
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