Che la giornata sia percepita come storica lo si capisce dalle prime ore del mattino, quando frotte di studenti si dirigono verso il Tribunale. Stavolta, per centinaia di loro, la tentazione di fare filone cede ad uno scopo indiscutibilmente più nobile: manifestare la voglia di giustizia di una generazione avvelenata. Sono loro, i giovani, la parte più viva di questa città. Un’energia che unisce studenti di vari istituti scolastici, in alcuni casi accompagnati da docenti che rimangono defilati. Nei loro sguardi, però, si legge un pizzico di orgoglio. «Anche gli insegnanti sono dalla nostra parte – confermano alcuni ragazzi del Cabrini, del Pacinotti e del Maria Pia, che si sono radunati per terra, sul marciapiede – e d’altronde perché non dovrebbero esserlo? Siamo qui per una giusta causa».
Qualche metro più avanti si notano degli omini di cartone, con su scritto: “Pensa al futuro del tuo bambino” e “Basta morti bianche”. Diversi studenti si sono dipinti la faccia: una metà rappresenta un teschio. Anche le immagini, in questo contesto, lanciano messaggi inequivocabili: «Sono qui con i miei compagni del liceo artistico Lisippo – spiega Serena – ci siamo organizzati tramite il web, soprattutto Facebook, ma abbiamo tenuto anche diverse assemblee. Siamo in tanti». Il perché del teschio non avrebbe bisogno di grandi motivazioni, ma Serena ci tiene a precisarlo: «Mi sono truccata così perché è questa la fine che faremo».
Confusa tra i giovani c’è anche una signora di mezza età: «Sono qui soprattutto in veste di mamma – dice Cinzia, mentre intorno a lei si alzano dei cori da stadio – ci sono troppi bambini ammalati e adulti che soffrono. Non si può andare avanti così. È arrivato il momento di cambiare. La bilancia non può pesare sempre dalla parte dell’economia e dell’occupazione, è arrivato il momento di far pesare il piatto della salute». E sulle responsabilità non ha dubbi: «Anche le istituzioni hanno le loro colpe: avrebbero dovuto fare delle scelte per tutelare la popolazione, ma hanno preferito difendere altri interessi». «In passato il procuratore Sebastio aveva lamentato un’assenza da parte della cittadinanza – mette in evidenza Angelo – ora, però, questa assenza comincia ad essere colmata. C’è un maggiore fermento da parte dell’associazionismo e anche la voglia di partecipare è in continua crescita».
Alessandra Congedo (Corriere del Giorno)
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