«Siamo all’indomani di diversi fatti – ha spiegato Vendola – che raccontano la contraddittorietà e la drammaticità di una condizione: da un lato, alcuni lavoratori somministrati che minacciano di lanciarsi dal ponte e che chiedono di poter rientrare a lavorare all’Ilva; e dall’altro l’incidente probatorio, che è frutto di un’iniziativa del Comune di Taranto, che è teso a verificare quale siano le ragioni di inquinamento in città. Abbiamo, cioè, i due corni del problema: la domanda di lavoro e la domanda di ambiente e di salute. Il nostro lavoro, in questi anni, è stato sempre quello di tentare di mettere in equilibrio il diritto al lavoro e il diritto all’ambiente, perché sappiamo bene che rompere questo equilibrio vuol dire produrre una ferita, significa vedere sconfitte le ragioni di chi vuole cambiare, ma anche avere la possibilità di vivere e lavorare”.
“La Regione, la Provincia e il Comune in questa vicenda – ha continuato il presidente della Regione – condividono una linea di condotta che è quella che ci ha portato a ottenere oggi i più bassi limiti di emissione delle diossine che si possano registrare in Europa e a contenere in maniera drastica i limiti delle emissioni del benzopirene. Sull’Ilva abbiamo prodotto, in questi anni, un bombardamento di richieste e di iniziative tese ad ambientalizzare gli apparati produttivi”. Il punto, secondo Vendola è “che bisogna rendere chiaro, anche ai cittadini, che quello che noi abbiamo fatto riguarda il futuro, attiene a ciò che da ora in poi i camini sputeranno nell’atmosfera, ma non saranno certo le iniziative di oggi che ci salveranno da quello che è accaduto negli ultimi cinquant’anni. Dal punto di vista epidemiologico gli effetti dell’inquinamento dureranno per molti decenni, quello che noi stiamo facendo purtroppo non cancella la ferita che è stata inferta dalla storia industriale di Taranto. Abbiamo bisogno – a concluso Vendola – di cominciare il lavoro sulle bonifiche della città: questa è una pressante richiesta che noi continuiamo a rivolgere al Governo centrale, perché si possa rapidamente definire la provvista finanziaria e si possa far partire il ciclo delle bonifiche”.
Ai lettori proponiamo un gioco: quanto c’è di vero in tutto quello che viene affermato da Vendola? Qualche spunto: davvero l’incidente probatorio è frutto di un’iniziativa del Comune di Taranto? Davvero si è riusciti a contenere in maniera drastica i limiti di emissione del benzoapirene? (Evidentemente il governatore Vendola non ha ancora letto la relazione di Arpa Puglia trasmessa alla Procura di Taranto – ma anche alla Regione – che traccia un bilancio inquietante sulle concentrazioni di benzoapirene emesse dal siderurgico). E davvero si può pensare di bonificare il territorio se la città continua ad essere avvelenata da emissioni diffuse e quindi fuori controllo, come affermato dai periti incaricati dal gip Todisco? E il gioco (amaro) potrebbe continuare ancora per molto.
A. Congedo
Si torna a parlare nuovamente della condotta da tenere ai posti di blocco: se non…
Milioni di manifestanti si sono radunati in tutti gli Stati Uniti per protestare contro l'amministrazione…
Manca sempre meno agli esami di maturità del 2025, ma c’è una tecnica super efficace…
Una lista di alimenti da evitare assolutamente per non attirare maggiormente le zanzare. A consigliare…
Difficoltà nei trasporti pubblici: è stato indetto un nuovo sciopero generale, motivo per cui ti…
Israele bombarda l'Iran, la situazione precipita, dal momento che i rapporti tra i due stati…
View Comments