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Questione ambientale, interrogazione del dottor Mazza a Vendola

“Quest’oggi (ieri per chi legge, ndr) ho protocollato una interrogazione urgente a risposta scritta rivolta al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola circa la grave questione ambientale  in cui versa Taranto e la sua provincia. Non si può fare finta di nulla di fronte ad un  importante appuntamento che l’intera cittadinanza segue in un clima di profonda apprensione  e previsto per il prossimo 17 Febbraio presso il Tribunale di Taranto, riguardante la prima udienza dei procedimenti avviati contro l’ILVA SpA, nella persona dei suoi massimi dirigenti, per il riconoscimento di reato di “disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose, inquinamento atmosferico”.
Nei giorni scorsi si è assistito alla consegna della maxiperizia ambientale riguardante i procedimenti predetti  e disposta dalla coraggiosa GIP Patrizia Todisco, consistente in 554 pagine di dettagliata relazione, contenente evidenze scientifiche, e che documenta il persistere di una compromessa situazione ambientale, ma non solo.
Mi corre l’obbligo di ricordare che in data 28 giugno 2011, avevo già protocollato una interrogazione urgente a risposta scritta, ancora oggi priva di esito, e nella quale avanzavo richiesta di costituzione di parte civile nei procedimenti predetti per la  Regione Puglia al Presidente Vendola.
Significo, inoltre, a sostegno di questa mia ulteriore interrogazione, che a seguito di quanto emerso da Conferenza di Servizi Decisoria convocata presso la sede del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, lo scorso 15 marzo 2011, era evidente che in merito alla elaborazione di progetti di bonifica concernenti l’intervento sul Sito di Interesse Nazionale di Taranto, e come confermato dagli enti preposti ai controlli, si “ confermava la necessità che, atteso il significativo stato di contaminazione delle acque di falda, l’Azienda dovesse attuare idonee misure di messa in sicurezza e/o bonifica delle medesime acque.
Accade che l’ILVA SpA per tali questioni ha presentato ricorso al TAR e pertanto confido nel coraggioso lavoro della magistratura amministrativa a fornire immediata risposta. Ritengo che sia necessario sapere: quali siano i piani di azione da attuare nel breve termine, come da disposti legislativi vigenti, nazionali  e comunitari, applicabili  per il territorio ionico? Quali precauzioni e misure di messa in sicurezza e/o vigilanza, in ossequio al diritto alla vita, presupposto fondamentale su cui si innestano tutti gli altri diritti della persona umana sono stati attualmente predisposti? Quali precauzioni e misure di messa in sicurezza si intende operare per la tutela del diritto alla salute della popolazione di Taranto e provincia”. /comunicato
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