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La Provincia di Taranto libera le lepri, inizia la mattanza

TARANTO – Centinaia di lepri destinate al massacro: è questo il destino di 1000 esemplari che verranno immessi in natura nella provincia di Taranto tra il 13 e 14 febbraio. Questa strage è annunciata dalle delibere che il Comitato Tecnico di Gestione dell’A.T.C. di Taranto ha approvato ai sensi della L.R. 27/98 e dal piano di immissione, che individua con precisione chirurgica le zone destinate al “ripopolamento” e il numero di capi, per una spesa di circa 180 mila euro. E qualche giorno prima, è stata l’ATC di Lecce ad annunciare un intervento simile di circa 90 mila euro.

Sembrerebbe tutto regolare, in nome della Legge sono stati spesi regolarmente centinaia di migliaia di euro per immolare tanti esseri che zampettando nelle verdi praterie dovrebbero, secondo le stesse delibere, ripopolare il territorio. E qui sorge un moto di indignazione, quel sentimento popolare che va al di la delle legittime istanze ambientaliste: siamo o no un paese in crisi economica? Siamo attraversando un periodo di avverse condizioni metereologiche sta mietendo in tutta Italia decine di vittime (umane).

Siamo sconcertati dalla decisione assunta dalla Provincia di Taranto – afferma l’avv. Antonio de Feo, Presidente del WWF Puglia – che in dispregio a qualsiasi aspettativa di buonsenso ha deciso di effettuare un’operazione ambientalmente insostenibile ed economicamente opinabile. Riteniamo – conclude l’avv. De Feo – che molto più utili ed efficaci risultano altre tipologie di interventi di miglioramenti ambientali tesi al mantenimento e allo sviluppo  naturale delle popolazioni di fauna selvatica”.

In una lettera indirizzata al presidente della Provincia di Taranto dott. Giovanni FLORIDO, all’Assessore alle Attività produttive, Agricoltura, Caccia e Pesca Antonio Paolo SCALERA, all’Assessore all’Ambiente, Aree protette, Protezione Civile Michele CONSERVA e al presidente dell’ATC Taranto Pietro BINETTI il WWF ha chiesto  di sospendere urgentemente l’operazione di immissione delle lepri prevista per il 13 e 14 febbraio, a causa delle avverse condizioni atmosferiche che comprometterebbero seriamente la sopravvivenza stessa degli animali.

Cogliamo l’occasione per ribadire la nostra contrarietà a simili operazioni insostenibili dal punto di vista ambientale in quanto effettuate ai soli fini venatori, oltre che inopportune anche dal punto di vista economico e finanziario. Molto più utili ed efficaci risultano altre tipologie di interventi di miglioramenti ambientali tesi al mantenimento e allo sviluppo naturale delle popolazioni di fauna selvatica, che consentano l’insediamento stabile degli animali immessi. Tali interventi, inoltre, dovrebbero essere supportati dai necessari pareri tecnico scientifici a garanzia degli obiettivi attesi.

La provincia di Taranto oggi si ritrova alle prese con gravissime ed annose problematiche ambientali e in quest’ottica risulta difficile comprendere la scelta adottata dal Comitato. Sarebbe stato auspicabile, nello spirito della L.R. 27/98, che le somme destinate alla mattanza delle lepri fossero state destinate alla realizzazione di aree naturali come macchie, rimboschimenti e aree umide ovvero alla tutela e salvaguardia degli habitat esistenti. Perché allora non destinare fondi più consistenti alla vigilanza ambientale e venatoria?

Oggi invece siamo costretti a denunciare ulteriori ricadute ambientali negative sul territorio provinciale a causa della immissione di lepri allevate, destinate a morte sicura in quanto rischiano di essere immessi in aree inospitali in condizioni meterologicamente proibitive. Il tiro al bersaglio contro lepri, cinghiali e lupi è oramai anacronistico e non può essere giustificato da interessi corporativistici e sprechi di danaro pubblico: è giunto il momento di discutere seriamente di salvaguardia e tutela ambientale.

Comunicato stampa Wwf Puglia

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