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Emergenza rifiuti: il problema non si risolve distribuendo “equamente” l’inquinamento

Rifiuti

La gestione dell’emergenza rifiuti della Campania non può essere risolta, come attualmente sta facendo il governo nazionale, a furia di decreti straordinari e sparpagliando ‘equamente’ i rifiuti in tutto il Paese, e non solo. Nulla di ‘miracoloso’ è stato fatto fino ad oggi e le soddisfazioni espresse dal sindaco di Napoli De Magistris e dal Ministro dell’Ambiente Clini, durante l’incontro del 25 gennaio scorso a Bruxelles, appaiono assolutamente fuori luogo. L’unico miracolo è infatti consistito nel far sparire la ‘monnezza’ campana in altre regioni, e spesso senza informarne la popolazione. Lo stesso Ministro Clini definisce tale ‘emergenza’ come il frutto dello smaltimento illecito e incontrollato perpetuato per anni e quindi “l’origine della crisi”. Ma ‘nulla si distrugge, tutto si trasforma’, e appunto l’emergenza campana si trasforma altrove in inquinamento.

Le perplessità su questa gestione perennemente emergenziale sono state espresse dallo stesso Commissario Europeo all’Ambiente Janez Potocnik che ha infatti confermato l’attuale procedimento di infrazione contro l’Italia. Tra le regioni coinvolte nell’operazione di “solidarietà nazionale” risultano esservi la Puglia ed il Friuli Venezia Giulia. Taranto e Trieste le città direttamente investite dai rifiuti campani. Mentre a Taranto i rifiuti finiscono nelle discariche, a Trieste gli stessi vengono bruciati nell’inceneritore cittadino. Ma di che rifiuti si tratta? Perché le amministrazioni pubbliche locali e nazionali nascondono ai propri cittadini cosa arriva realmente dalla Campania per finire in discariche ed inceneritori?

La legislazione comunitaria in materia è molto chiara: protezione della salute umana e tutela dell’ambiente da ottenersi con riduzione della produzione dei rifiuti e riciclaggio spinto ai massimi livelli. E naturalmente massima trasparenza nei piani di gestione rifiuti da parte delle autorità competenti. Queste le linee guida da rispettare e di cui non si vede nemmeno la traccia da parte delle autorità italiane nella gestione della continuata ‘emergenza’ dei rifiuti campani.

Ironia della sorte, i rifiuti campani che vengono bruciati nell’inceneritore di Trieste portano il loro inquinamento anche nella vicina Slovenia, ovvero il Paese del Commissario Europeo all’ambiente Janez Potocnik. L’inceneritore di Trieste, ormai obsoleto, e già contestato per i suoi apporti inquinanti dalle autorità slovene, si trova infatti a 3-4 km dal confine con la Slovenia.

A Taranto, la fallimentare ‘operazione solidarietà’, a firma Vendola, si è rivelata l’ennesimo tentativo di far sparire in discarica i rifiuti provenienti dalla Campania, e con ogni mezzo. Ma solo la costante presenza di cittadini attenti ha permesso di accertare che il trasporto di tali rifiuti avveniva con mezzi non idonei e in condizioni di assoluto rischio sanitario. A quel punto, il blocco dei conferimenti, previsti dal protocollo d’intesa siglato dalle due regioni, è stato immediato. Oggi però i rifiuti campani continuano ad arrivare nelle discariche tarantine.

Dopo circa un anno, è ora il Ministro Clini che, agitando la bacchetta magica, promette all’Ue il ‘sogno di una Campania migliore’, senza ‘monnezza’, ad ogni costo e ancora una volta senza alcuna trasparenza e garanzia sulla tutela della salute di cittadini inconsapevolmente solidali.

Comunicato stampa congiunto

Alpe Adria Green (Jesenice-Ljubljana)

Greenaction Transnational (Trieste)

Legamjonici (Taranto)

admin

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