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Inquinamento Ilva, le valutazioni di Taranto Futura sulla lettera del procuratore capo

Leggiamo la lettera del Procuratore della Repubblica Sebastio e prendiamo atto che anche questa volta la Procura ha scelto la via delle lettere inviate agli ammnistratori locali in materia ambientale, invitando questi ‘ultimi ad agire in futuro per la tutela dell’ambiente. Ma noi di Taranto Futura, pur prendendo atto della buona volontà manifestata dal Procuratore Sebastio, vogliamo interventi e risposte immediate, soprattutto per quanto riguarda la situazione ambientale pregressa, tanto da evidenziare, ad esempio, la situazione dell’inquinamento delle falde acquifere superiori ed inferiori in zona Belleli, ecc. (vedi relazione dell’Arpa inviata al Sindaco di Taranto nel mese di settembre 1999), a tutt’oggi, priva delle necessarie bonifiche.

E che dire dell’Accordo di programma tra Ilva, Comune di Taranto, Regione Puglia, Provincia di Taranto, ecc., basato sui ben noti 56 milioni di euro destinati ai Tamburi, ma poi , a ben vedere, inesistenti perchè distratti dalla Regione per altri interventi regionali. E allora, ci domandiamo: ma, a fronte del contestato reato di disastro ambientale, si sta esaminando la posizione, con tutte le garanzie del caso, di chi avrebbe dovuto controllare per evitare questo distrastro ambientale(reato ancora ipotizzato, fermo restando, naturalmente, la presunzione d’innocenza), tenendo presente che l’art. 40 c.p.c. afferma testualmente che: ” …Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”.

Si tenga presente che quando noi cittadini di Taranto Futura abbiamo fatto l’esposto alla Procura della Repubblica di Potenza, questa, nel rimettere gli atti a Taranto (l’esposto dovrebbe essere agli atti proprio nel procedimento per disastro ambientale), aveva già ipotizzato il reato di omissione in atti d’ufficio (art. 328 c.p.) nei confronti degli amministratori comunali, fermo restando, naturalmente, le indagini da effettuare e l’accertamento di eventuali responsabilità, e fermo restando l’autonoma iniziativa e valutazione degli addetti ai lavori.

I periti del gip  sembra che abbiamo accertato che l’inquinamento a Taranto sia pericoloso per la salute dei cittadini e dei lavoratori. E allora, attendiamo comportamenti conseguenziali da tutte le parti in cause, tenendo presente che il Trattato CE, il Codice dell’Ambiente ed il testo Unico delle leggi sanitarie fanno valere in materia ambientale addirittura il principio di precauzione e prevenzione, al fine di evitare conseguenzse disastrose per l’ambiente e la salute.

Ma qui, noi, oggi, dobbiamo prendere putroppo atto che si è andati oltre, perchè , per quanto riguarda la nostra città, non si tratta più di pericolo, ma di inquinamento in atto. Resta inteso che, in mancanza di risposte concrete, agiremo di conseguenza contro chiunque, per la tutela della nostra salute ovvero per quel diritto garantito dalla Costituzione italiana.

Nicola Russo, cittadino e coordinatore di Taranto Futura

 

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