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Si apre la conferenza Onu sul clima, appello di Greenpeace al ministro Clini

In occasione dell’apertura dei lavori della diciassettesima conferenza sul Clima dell’ONU, in corso da oggi a Durban in Sud Africa, Greenpeace chiede al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini di voltare pagina rispetto alle politiche sul clima adottate dai governi italiani precedenti e di lavorare affinché l’Italia assuma una posizione forte e ambiziosa per la salvaguardia del clima e per il rinnovo del protocollo di Kyoto.

Sul proprio sito www.greenpeace.it/durban l’associazione ambientalista chiede agli utenti di mandare al Ministro Clini, che sarà presente a Durban la settimana prossima, una cartolina virtuale con una foto delle tragiche alluvioni che questo autunno hanno colpito tutta la penisola, dal Piemonte alla Sicilia, passando per Liguria, Toscana e Lazio. Sono le cartoline dal “caos climatico” che portano il messaggio: “Il clima cambia. La politica deve cambiare.”

Numerosi studi scientifici e in particolare l’ultimo rapporto dell’IPCC [1], non lasciano dubbi: eventi atmosferici estremi come quelli che abbiamo visto nelle ultime settimane sono sempre più frequenti e lo saranno ancora di più con l’aumentare della temperatura media a causa dei cambiamenti climatici. «È necessario ed urgente che la politica, riunita in questi giorni a Durban, trovi un nuovo accordo vincolante per l’abbattimento dei gas serra. Far morire il protocollo di Kyoto non è una opzione che ci possiamo permettere» spiega Salvatore Barbera, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.

«Sulla questione dei cambiamenti climatici, l’Italia ha da troppo tempo una posizione di retroguardia rispetto agli altri Paesi europei e si è sempre opposta, in sede internazionale, all’adozione di leggi e politiche più ambiziose sul clima. Il Ministro Clini ha l’occasione di voltare pagina rispetto ai governi precedenti e contribuire al raggiungimento di accordi internazionali per la salvaguardia del clima in linea con quanto chiesto dai cittadini [2].» continua Barbera.

I cambiamenti climatici stanno avendo un impatto sempre più evidente nel nostro Paese. La desertificazione del Meridione, il ritirarsi dei ghiacciai di montagna, lo slittamento dei cicli agricoli e l’intensificarsi della frequenza di eventi meteorologici estremi quali alluvioni, temperature estremamente alte d’estate o basse d’inverno. Negli ultimi cento anni le temperature medie in Italia sono aumentate di 1.3 gradi centigradi rispetto al periodo di riferimento: più della media mondiale (circa 0.8 gradi centigradi). Il fenomeno ha avuto un’accelerazione negli ultimi decenni con i primi dieci anni più caldi, dal 1800 ad oggi, tutti successivi al 1990, e di questi sei su dieci sono successivi al duemila.

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