Ricorso al Tar, l’Ilva dice la sua: “Alla base ci sono solo questioni tecniche”

“Lo abbiamo già detto in più occasioni – afferma in un comunicato stampa Adolfo Buffo, rappresentante della Direzione per la Qualità, l’Ambiente e la Sicurezza dell’Ilva di Taranto – che l’Aia, così come è stata rilasciata, rappresenta un documento importante per lo stabilimento siderurgico e per la tutela della comunità. Consideriamo positivo l’impianto complessivo dell’Aia e riteniamo che gli obiettivi sulle emissioni inquinanti siano garanzia per tutti. Obiettivi che, se non già raggiunti, lo saranno presto”.


“L’Aia certifica – insiste Buffo – come l’Ilva sia già oggi eco sostenibile, avendo raggiunto livelli tecnologici al pari con le migliori tecniche disponibili e rispettando i limiti emissivi. E la qualità del documento dell’Aia attesa come la dialettica tra politica e industria, fuori dalle aule di tribunale e dalle pressioni mediatiche, sia l’unica strada percorribile per raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi.”


“Il ricorso di questi giorni – specifica l’ing. Buffo – è su specifiche e limitate prescrizioni che riguardano, ad esempio, l’utilizzo delle acque reflue dei depuratori di Taranto, la pretesa del riconoscimento ad AqP di un elevato costo fisso annuo, lo scarico dei reflui terzi nei canali gestiti da Ilva o l’utilizzo del 60% del rottame ferroso di produzione interna, in piena violazione della libera circolazione delle merci.


“In sintesi – conclude Buffo – il ricorso riguarda quindi questioni tecniche che meritano necessari approfondimenti a livello amministrativo e una seria discussione in sede politica. Certamente fuori dalla logica delle tifoserie, che, assicuriamo, non appartiene nemmeno a noi”.

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